"Faremo un taglio graduale all'editoria" - ha dichiarato al termine del vertice a Palazzo Chigi il vicepremier Luigi Di Maio - si farà un primo taglio del 25% nel 2019 per i fondi all'editoria, ha specificato, il 50% nel 2020 e il 75% nel 2021 fino a che nel 2022 non ci saranno più fondi all'editoria in modo tale che tutti i giornali possano stare sul mercato". Era una grande battaglia del Movimento 5 Stelle, ancora Di Maio, da ben 10 anni. L'emendamento che nei giorni scorsi aveva subito uno stop in Commissione bilancio della Camera prevede il taglio ai finanziamenti per i quotidiani L'Avvenire, Italia oggi, Libero quotidiano, Manifesto, Il Foglio, i settimanali cattolici e le testate delle minoranze linguistiche tra cui di Fiume e Primorski Dnevnik di Trieste. Fonti del Governo italiano riferiscono che la scure non dovrebbe abbattersi su quelle aziende editoriali che hanno diritto a contributi inferiori al tetto stabilito di 500 mila euro.
Il presidente di Unione Italiana Maurizio Tremul si dice preoccupato per la decisione. "Per prima cosa bisognerà capire e vedere cosa dice questo emendamento. Alcuni giornali parlano di un taglio progressivo nei prossimi 3 anni. Certamente la decisione non ci trova daccordo, noi torneremo a sensibilizzare tutti i soggetti istituzionali del Governo e Parlamento italiani, facendo presente che che ci sono due realtà importanti che devono essere considerate - la realtà della stampa italiana edita all'estero e quella delle minoranze linguistiche e nazionali in Italia, tra cui innanzittutto la comunità slovena. Ne sono stati interpreti, di questa esigenza in varie occasioni, anche il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e i Governatori delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto. Speriamo che alla fine, per lo meno, nell'ambito di quelli che è l'emendamento che verrà predisposto si tolgano fuori da questo tavolo le due realtà ovvero che sulla finanziaria vengano stanziati mezzi aggiuntivi sulla Legge 38/01 per gli sloveni in Italia e sulla Legge 73/01 per la comunità italiana, che vadano a recuperare le risorse che verrebbero perse con l'editoria italiana.
C'è un altro aspetto su cui vorrei porre l'attenzione, ovvero individuare un sostegno importante e significativo, da parte dello Stato italiano, anche per i media elettronici. della comunità nazionale italiana, quindi Radio Pola, Radio Fiume e soprattutto Radio e Tv Capodistria. Questo è il prossimo impegno che io mi sono preso e che cercherò di portare avanti nell'ambito del mio ruolo istituzionale ovviamente con un lavoro di equipe che viene fatto tra tutti quanti noi che abbiamo ruoli di responsabilità all'interno dell'Unione Italiana."
L'emendamento dovrà ora passare al Senato e alla Camera dove il Governo ha già posto la questione di fiducia sulla Manovra di bilancio. (ld)