A Buie, l’ambasciatore accompagnato dalle autorità locali, dal console d’Italia a Fiume Bradanini e dai vertici dell’Unione Italiana ha visitato il cantiere della Scuola media superiore italiana “Leonardo da Vinci“ che viene ricostruita – ricordiamo - con il finanziamento congiunto del governo croato, italiano e della Regione istriana. “Ritorno a Zagabria- ha detto Sacco- rafforzato nella mia convinzione che se noi vogliamo - e noi lo vogliamo - come lo vogliono i nostri due governi possiamo rilanciare il rapporto tra Italia e Croazia, aggiornarlo a questi nostri anni per certi versi così difficili, ma per altri così stimolanti “
“In questo contesto ricordo solo due parole: transizione ecologica e transizione digitale. Ecco, se noi vogliamo ottenere un risultato che può sembrare ambizioso, possiamo fare leva - come ho detto fin dal mio arrivo a Zagabria - su una risorsa straordinaria che è quell' anima italiana della Croazia a cui corrisponde anche un’anima croata in Italia e mi riferisco a quelle minoranze cosi radicate in Molise e in Friuli Venezia Giulia".
Assegna dunque alla CNI più un ruolo imprenditoriale che culturale?
"Non possiamo distinguere la dimensione culturale - linguistica dalla dimensione imprenditoriale - economica poiché cultura è economia ed economia è pure cultura. Fare impresa, sviluppare le capacità nel settore agricolo, vitivinicolo, olivicolo, nel settore manifatturiero, dell'innovazione digitale - pensiamo solo a Infobip, e dico solo un'azienda - è cultura. È cultura ed è conoscenza, scienza e tecnologia, quindi noi, oggi, dobbiamo fare in modo di aggiornare certe visioni, certe mentalità. A questo aggiungo che qui vengono aziende dall’Italia perché c’è la lingua italiana, praticata e diffusa, che le attira. Quindi è veramente importante avere un approccio complessivo".
In questo contesto il ruolo della minoranza qual è?
"Il ruolo delle minoranze è stato intanto di presidio e di continuità nel corso degli anni e dei decenni e se noi oggi possiamo cercare di usare anche questa preziosa risorsa è proprio grazie al fatto che le comunità ci sono state sempre, si rinnovano, ristrutturano le sedi, fanno attività. Penso che il settore imprenditoria e comunicazione della Giunta esecutiva dell’Unione italiana abbia ben compreso che questo è futuro".
Lei oggi comunque ha fatto visita all’ex zona B, un’area particolare del microcosmo istriano.
"L’ex zona B naturalmente ha una specialità storica che bisogna onorare, di cui bisogna tenere conto in una sguardo complessivo che - ripeto - è uno sguardo necessariamente rivolto al futuro in modo da rendere anche questa realtà sempre meglio conosciuta, e anche più attraente, dall'Italia e verso l'Italia".
Ma a chi ha la percezione che l'Italia si sia un poco dimenticata della sua minoranza lei come risponde?
"No, io non credo che ci sia dimenticanza o abbandono, tanto è che gli strumenti legislativi sono sempre regolarmente stati finanziati e rifinanziati e ci sono chiare espressioni di attenzione da parte del governo italiano. La Farnesina ha proprio una unità dedicata alla gestione di queste risorse e noi siamo molto impegnati a favorire, facilitare un rapporto sempre più stretto e sinergico tra l'Università popolare di Trieste e l’Unione Italiana. Io continuerò a visitare le nostre Comunità e a cercare di lavorare sempre meglio con loro e con l’Unione Italiana. Non parlerei di dimenticanza o di abbandono, ma di esigenza di aggiornamento necessaria da parte delle CI, in un’ottica - questo sì - di mentalità più nuova."
La questione dell’unitarietà della CNI divisa in due stati come la vede?
"È chiaro: quando parliamo di CNI parliamo di una Comunità nazionale che è unitariamente rappresentata dall'Unione Italiana su due realtà nazionali, due realtà statuali: la Croazia e la Slovenia. Mi pace qui attirare l’attenzione degli ascoltatori su una bella novità che è stata promossa dal governo italiano cioè una collaborazione trilaterale che è cominciata a Trieste il 18 dicembre scorso fra i tre ministri degli esteri e che proseguirà a fine aprile a Lubiana tra - di nuovo - i tre capi diplomazia e poi a Zagabria dovrebbe esserci anche un incontro a livello di capi di governo. Quindi per l’Alto Adriatico e per una serie di componenti come l’ambiente, i trasporti, la pesca, gli interessi sono comuni, perciò questo esercizio trilaterale va proprio nella direzione che lei dice".
Qui fa riferimento alle Zone economiche esclusive.
"Le ZEE sono materia di negoziato diplomatico in questo momento, però poi danno la spinta per una sempre migliore collaborazione a tre".
Lionella Pausin Acquavita