Dopo le dichiarazioni di ieri di Maurizio Tremul, in risposta a Massimiliano Lacota, che ai margini della firma di un protocollo con la Comunità degli Italiani del Montenegro aveva sottolineato come fosse più semplice collaborare con realtà geograficamente lontane piuttosto che con la vicina UI, oggi il presidente dell'Unione degli Istriani ha inviato una ulteriore precisazione, che pubblichiamo integralmente:
"Ho letto le dichiarazioni del presidente Maurizio Tremul circa la mancata collaborazione tra Unione degli Istriani ed Unione Italiana. Si tratta di affermazioni distorte e false perché la disponibilità alla collaborazione, avanzata dall'Unione degli Istriani ancora nel 2017 e limitata alla realizzazione di una ricerca e di una pubblicazione sul Trattato di Rapallo in vista del prossimo centenario - lo scambio di mail e il documento proposto sono a disposizione di Radio Capodistria! - non ha avuto alcun seguito proprio perché è stato lui a non rispondere più ai solleciti".
"Tremul sa benissimo, e lo avevo ripetuto anche in occasione di due convegni, che con due risoluzioni votate pressoché all'unanimità (una astensione in entrambe le sedute) l'Assemblea Generale dell'Unione degli Istriani, nel 2009 e nel 2012, aveva deliberato di condizionare l'avvio di relazioni con l'Unione Italiana al riconoscimento ed alla condanna del ruolo attivo che quest'ultima - prima del 1990 quando si chiamava Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume, che questa ha avuto nell'organizzazione della repressione e dell'Esodo degli Italiani che non volendo uniformarsi ai dettami comunisti, furono perseguitati e costretti a fuggire".
"Vuole le prove? Beh, possiamo cominciare con la sua ode a Tito scritta quando il Satrapo di Belgrado era già morto da due anni, per poi finire con le tonnellate di dichiarazioni giurate degli Esuli rilasciate al CNL, conservate dall'IRCI, e dalle dichiarazioni di coloro che fuggivano dalla Zona B, ancora alla fine degli anni Sessanta, perché perseguitati dai caporioni della UIIF. Anche se forse basterebbe che Tremul si leggesse alcuni volumi editi dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno".
D.F.