L’Unione Italiana, l’Unione Culturale Economica Slovena e la Confederazione delle Organizzazioni Slovene hanno deciso di rivolgere un appello congiunto alle istituzioni europee visto che dicono di riconoscersi nei valori europei e nella collaborazione che di fatto, però, sembra assente in questa situazione.
“Siamo preoccupati soprattutto per la mancanza di coordinamento dei singoli Stati in specie per quanto riguarda i valichi confinari. È da più di settant’anni che non si sono verificate situazioni simili”, recita l’appello, dove si ricorda anche il lavoro fatto in questi anni per superare le logiche nazionali in un’ottica transfrontaliera.
“Non rinneghiamo tutto l’impegno delle Repubbliche di Slovenia, Croazia e Italia per fronteggiare il dilagare del virus”, affermano, “ma tuttavia vogliamo esprimere la nostra convinzione, come abbiamo già fatto spesso in passato, che l’area nella quale viviamo è, con tutte le sue diversità, uno spazio unitario e che questo principio deva guidare tutti i singoli membri dell’Unione Europea nel fronteggiare la crisi”.
Concludono, quindi, con parte dell’appello che è stato promosso nei giorni scorsi anche dal Centro di studi Dialoghi Europei. “È il momento di mostrare che la UE è una comunità di valori con un destino comune, l’assicurazione sulla vita per i suoi cittadini e gli Stati membri di fronte ad un mondo turbolento ed a minacce politiche, economiche e sanitarie globali. È venuto il tempo per compiere passi coraggiosi e comuni per sconfiggere la paura. È il tempo per l’unità europea, non per le divisioni nazionali”.
Barbara Costamagna