Una collaborazione quella tra Pirano e Spinea in piedi ormai da più di un anno e che neanche la pandemia ha fermato, visto lo scambio continuo che è stato intrattenuto tra le due comunità sui social. Un legame che si fonda proprio sulle origini piranesi ed istriane di alcuni dei protagonisti, che in occasione del giorno del ricordo hanno organizzato all'interno di una serie di dibattiti inerenti all'argomento anche un incontro con la Comunità degli italiani di Pirano.
A fare da padroni di casa negli studi di radio Venezia sound la sindaca di Spinea Martina Vesnaver, Alessandro Cuk del ANVGD, che hanno introdotto l’argomento e le ragioni degli esuli istriani, giuliano e dalmati in Italia; sottolineando la necessità di investire sulla diffusione della storia di questi eventi tra i giovani e contrastando il cosiddetto “negazionismo”. La Vesnaver, sindaco di centro-destra, ha detto che nei libri scolastici italiani ci sono pagine e pagine sul fascismo, ma che sull’esodo e le foibe c’è solo un “paragrafetto”; affermando poi che paragonare gli esuli all’immigrazione attuale ferisce, perché si parla di persone che hanno perso la propria patria e che sono arrivate in Italia non come invasori, come sono percepiti da qualcuno.
“Una storia comune”, ha dichiarato Kristjan Knez, direttore del centro italiano Carlo Combi di Capodistria e Presidente della Società di ricerche storiche e geografiche di Pirano; puntando sulla necessità di mantenere i rapporti con l’Italia e soprattutto con il Veneto con il quale si spera, ha detto, di riprendere i progetti comuni finita la pandemia, in particolar modo quelli culturali. “La cultura può tracciare una strada diversa di collaborazione tra i popoli” ha affermato Knez; che richiamato sul tema dell’incontro ha dichiarato che “l’esodo ha rappresentato uno stravolgimento per questi luoghi”, definendolo “una scossa tellurica” che ha coinvolto anche altre aree del continente alla fine della seconda guerra mondiale.
La presidente della Comunità “Giuseppe Tartini” e vicesindaca di Pirano Manuela Rojec, è intervenuta negli ultimi dieci minuti portando a quel punto solamente un saluto e raccontando molto brevemente il lavoro che si sta facendo per mantenere la lingua e la cultura italiana.
Barbara Costamagna