L'importanza delle fonti orali come elementi complementari della ricerca storica è un fatto assodato. Piuttosto, il rischio, che fa notare chi lavora in questo campo, è che per motivi anagrafici non vi siano più testimoni. "Pensiamo alla Shoa, all'esodo istriano, a tante altre tragedie storiche", spiega il presidente del Circolo Istria di Trieste Ezio Giuricin nel presentarci la Scuola di formazione "Per un archivio della memoria", al via domani a Rovigno. "Molto si sta facendo nelle nostre Comunità degli italiani e nelle scuole con la raccolta di testimonianze e interviste sulla storia, la cultura, le tradizioni della comunità nazionale italiana in Istria e a Fiume", prosegue Giuricin, ma "lo si fa spesso in modo disorganico, non collegato in rete, senza seguire criteri e metodologie univoche, standardizzate. Ecco perché abbiamo voluto portare in Istria, a Rovigno, i maggiori specialisti in questa materia, legati all'AISO, l'Associazione italiana di storia orale. Appunto per portare questi criteri metodologici e queste buone pratiche a conoscenza dei nostri connazionali che si occupano di questo tema".

L'obiettivo della tre giorni rovignese? "Offrire strumenti e informazioni per creare in un futuro - perché no? - una banca dati comune, una rete comune, attinente appunto la storia orale, le testimonianze e le interviste che riguardano il patrimonio storico-culturale del nostro gruppo nazionale".

A testimonianza dell'interesse suscitato dalla proposta, sono oltre una trentina i connazionali che si sono iscritti al corso, "soprattutto operatori culturali delle nostre comunità e in particolare docenti delle nostre scuole - alcuni sono anche presidi e direttori- a conferma del grande interesse che vi è nei confronti di questa materia".

Il seminario viene realizzato con i fondi dello Stato italiano destinati a Interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia (legge 72/01). È possibile seguire le lezioni anche in streaming.