Per prima cosa, Felice Žiža ci tiene a sottolineare che "il massimo organo rappresentativo e deliberativo dell'Unione Italiana è l'Assemblea e con le sue dichiarazioni (non solo quelle di oggi, ma quelle delle ultime due settimane) il presidente Maurizio Tremul starebbe secondo lui "creando i presupposti per uno scontro istituzionale, quando invece dovrebbe essere il garante dell'attuazione dello Statuto". Tremul, inoltre, secondo il deputato, starebbe presentando "i 12 firmatari come se fossero dei criminali che stanno distruggendo qualcosa, mentre questi stanno facendo solo il loro lavoro, nel rispetto delle loro competenze". "Nello Statuto", infatti, "c'è scritto, come anche nel regolamento di procedura dell'Assemblea dell'Unione Italiana, che tutti i consiglieri hanno il potere e la possibilità di sottoscrivere documenti, petizioni, proposte di modifica e di integrazione", e quindi si tratterebbe per lui solo del "normale modo di operare ed interagire in seno all'Assemblea" .
Žiža ritiene, invece, che "bisognerebbe lodare" questi 12, perchè con la loro proposta andranno "a sbloccare una cosa che è ferma da più di venti anni". Spiega, quindi, che "esistono ufficialmente due Unioni, quella di Capodistria" ("che sottostà alla legislazione slovena con organi propri, ma che lavora in maniera unitaria nell'assemblea dell'Unione Italiana di Fiume") e quella di Fiume, ed entrambe "devono rispettare le leggi e le costituzioni delle loro due Repubbliche di appartenenza". "Il coordinatore, ossia il presidente della Consulta di Capodistria, però, non è mai stato eletto dal 2002", continua il deputato anche se "secondo gli articoli dal 13 al 17 questa cosa andrebbe fatta ad ogni nuovo mandato". Inoltre non sarebbero mai stati eletti i cinque garanti previsti: "Un'Assemblea come quella di Capodistria non potrebbe operare senza che nella seduta costitutiva non siano stati eletti cinque garanti e invece questi non sono mai esistiti. Si è sempre fatto credere che si lavori per Fiume, mentre c'è scritto nello Statuto della UI di Capodistria che questa deve avere i propri garanti".
Le motivazioni che hanno spinto i 12 consiglieri a richiedere la modifica sono, quindi, secondo lui più che valide, e si basano inoltre su un parere legale che sostiene che l'articolo 9 non avrebbe "in effetti base statutaria perchè un regolamento della Croazia non può controllare uno statuto della Slovenia in quanto regolamento inferiore".
Ma per quanto riguarda le affermazioni di Tremul che ha parlato di lui come il deus ex machina dietro a questa proposta, cosa risponde Felice Žiža? "Io collaboro e ho collaborato e collaborerò sempre (finchè avrò questa funzione) con tantissimi soci di tutte le nostre Comunità sia in Slovenia sia In Croazia. Sono uno che si lascia coinvolgere", risponde il deputato. "Le persone mi cercano, hanno bisogno delle mie consulenze e dei miei pareri e, quindi, sono stato chiamato e ho espresso la mia opinione; però, al di là di questo non c'è nulla di quello che ha detto Tremul. Mi sembra che le sue dichiarazioni siano al limite della diffamazione e quindi analizzerò tutti i fatti e valuterò se querelarlo".
D'altronde secondo Žiža "un rappresentante politico prima di accusare pubblicamente qualcuno dovrebbe pensarci bene e valutare i danni che si possono fare sia alle persone sia alle strutture istituzionali". "Non è, invece, mia intenzione fare alcun danno", aggiunge, "visto che io tento di lavorare sempre in maniera proattiva e inclusiva con tutti i soci per, in un futuro, unire le due Unioni Italiane, quella di Capodistria e quella di Fiume; cosa che poteva già essere fatta nel 2011, quando la Slovenia ha rivisto la legge sulle associazioni, dando la possibilità di registrare delle filiali all'estero dell'associazione principale (in questo caso la UI Fiume)". Una unificazione, quindi, che poteva essere già cosa fatta, coclude Žiža, dicendosi certo che "tanti consiglieri dell'Assemblea UI stanno ragionando in questo senso: Creare un'unica Unione".
Barbara Costamagna