"Un incontro sperimentale" così l'ha definito László Göncz ex parlamentare della comunità ungherese che ha voluto riunire attorno ad un tavolo minoranze e settore scientifico per fare un quadro della situazione ed individuare le future direttrici di sviluppo, utili - si spera - anche al nuovo governo. Partendo dai diritti etnici garantiti nell'ex federativa jugoslava i professori Miran Komac e Mitija Žagar hanno illustrato poi nei dettagli le fasi di stesura della Costituzione slovena e specie della parte relativa ai diritti umani e minoritari, le circostanze, intenzioni, la terminologia i concetti. Punto di partenza -hanno detto- i diritti acquisiti sotto i quali non si poteva scendere anche se poi da popolo costitutivo, italiani ed ungheresi sono diventati comunità autoctone. "Un quadro di tutela legislativo che comunque è uno dei migliori a livello internazionale" si è sentito dire a Lubiana dove in tutti gli interventi è stato ricordato il divario tra diritti e la loro attuazione mentre Lara Sorgo ricercatrice all'Istituto per gli studi etnici di Lubiana ha proposto anche un altro aspetto. "Spesso testimoniamo di come la maggioranza sia convinta dei tanti, forse troppi diritti di cui godono le minoranze dall'altro lato invece gli appartenenti a queste lamentano la mancata messa in pratica dei diritti che ci sono su carta" ha spiegato la Sorgo ed ha aggiunto: "E spesso sono gli appartenenti alla minoranza ad adeguarsi alla corrente; se pensiamo al bilinguismo quasi sempre sono l'italiano o l'ungherese che si adattano e parlano lo sloveno perché sanno che dall'altro lato hanno un burocrate, un impiegato che o parla male la tua lingua, o non la parla affatto o ancor peggio si rifiuta di parlarla".
Il direttore dell'Ufficio governativo per le minoranze nazionali Stane Baluh ha ricordato le misure che si stanno adottando per favorire l'applicazione delle normative e ha riproposto -pure- il tema della legge quadro. "Una normativa che a mio parere, in questo momento, non è necessaria in quanto abbiamo visto che non riuscirebbe a contemplare tutti i settori che ci interessano forse sarebbe più urgente rivedere la Legge sulle Comunità autogestite" ha affermato il presidente della CAN Costiera, Alberto Scheriani. Dello stesso parere pure il deputato al seggio specifico Felice Žiža che collegato via zoom ha detto che diverse cose sono cambiate in meglio in questi ultimi quattro anni ma che c’è ancora molto da fare specie per quanto riguarda il bilinguismo negli uffici amministrativi, l'equipollenza dei titoli di studio, la nuova legge sulla RTV e altro ancora. Il presidente dell'Unione italiana Maurizio Tremul -pure in videocollegamento- ha puntato invece sul percorso di regionalizzazione e sull'Istria regione particolare e a statuto speciale, sull'introduzione in tutte le scuole di una materia rivolta alla multiculturalità mentre la legge quadro si può fare ma con una seria analisi della situazione nei territori nazionalmente misti.
Lionella Pausin Acquavita