Un deputato che in 32 anni di presenza si è assicurato rispettabilità e considerazione e anche perciò sono numerosi i media nazionali a pubblicare le sue considerazioni ed interviste incentrate sul voto e sul dopo voto. Così in una lunga intervista al "Glas Istre", Furio Radin conferma che le minoranze sono interessate a continuare la collaborazione con il premier uscente, Andrej Plenković. "In Croazia, non esiste una sinistra", afferma il deputato CNI che non si sbilancia su eventuali richieste e condizioni, ma rileva che al primo punto del suo programma che ne contiene una decina c'è l'attuazione del Trattato italo-croato sulla tutela delle minoranze che, siglato nel 1996, non viene attuato. "Plenković e la Meloni mi hanno assicurato che lo riprenderanno in mano", racconta Radin. Per quanto riguarda la sua vittoria ottenuta per solo 35 punti di differenza cita Vujadin Boškov, il compianto allenatore che ha fatto la storia del calcio anche in Italia, e dice: "Si fa gol quando la palla entra in rete; vincere uno a zero o sette a zero si fanno tre punti, io ho fatto tre punti per la decima volta consecutiva". Spiegando il suo non semplice ruolo, Radin racconta di trovarsi spesso tra il fuoco incrociato di due gruppi radicali: da una parte quello formato da una fetta del popolo di maggioranza convinto che le minoranze godano di troppi diritti e dall'altra quello formato da una parte della CNI, convinto che i diritti sono pochi e che quelli garantiti siano un dato di fatto, caduti dal cielo. Radin non crede che il consenso ottenuto dal suo controcandidato ponga Dussich quale favorito in una prossima tornata elettorale e sostiene che nell' immediato futuro emergeranno nuove e valide figure che non saranno la longa manus della destra radicale triestina.
Lionella Pausin Acquavita