
"Non si tratta di mettere da pare niente, né di instaurare in questo momento niente di nuovo". Esordisce così Furio Radin aggiungendo che per lui e per l'Unione italiana la priorità assoluta è l'accordo del '96 che in parte è stato attuato ed in parte, soprattutto quella relativa al bilinguismo, invece no. La ragione di questa precedenza, spiega Radin, sta nel fatto che dopo averne parlato con i premier italiana e croato, Giorgia Meloni ed Andrej Plenković, entrambi hanno convenuto che è tempo di prendere in mano il trattato Dini-Granić. "Per non entrare nei dettagli dirò solo che per vie ufficiali è stata inviata una lettera alla Farnesina, firmata in un solo giorno, e già questo è un miracolo, da tutti e tre i presidenti dell'Unione italiana, e dopo un mese circa il Ministero degli Esteri ha dato luce verde inoltrando la richiesta a Palazzo Chigi. Ora noi siamo in attesa della risposta del governo italiano in seguito alla quale io tornerò a parlare con Andrej Plenković con il quale ho già discusso l'argomento un paio di volte", racconta il deputato CNI e aggiunge: "Dopo tanto tempo e anche tante critiche per la mancata concretizzazione di una parte dell'accordo siamo riusciti a mettere su, ad avviare una cosa che in italiano definiamo tavolo tecnico e in croato commissione mista; ora aspettiamo che questa si strutturi, abbia una o due riunioni a conferma della sua operatività".
Egli assicura che dopo di questo nessuno è contrario alla stipula di altre intese bilaterali riguardanti la Comunità nazionale italiana e dice: "È chiaro che tutte le idee sono benvenute soprattutto questa di un accordo tra la Slovenia e la Croazia ma anche quello tra la Slovenia e l'Italiana al quale, devo sottolinearlo perché in molti in Slovenia non sentono da questo orecchio, anche noi parteciperemo". Per Radin, la partecipazione sua e dell'Unione italiana ad entrambe le future trattative è cosa ovvia, ma per il momento ci si concentra su quello che definisce "l'antico accordo. È chiaro che, se noi andiamo con tre idee nello stesso momento annacquiamo la cosa", rileva e aggiunge: "Adesso aspettiamo che ci arrivi la risposta di Palazzo Chigi e poi formiamo questo tavolo tecnico che è antico anche se quello che ci viene proposto da Felice Ziza lo è ancora di più perché deriva dal Memorandum del '92". In questo contesto Radin osserva che la Slovenia in 33 anni non si è mai mossa e dice: "All'improvviso arrivano altre due idee. Io non so se si lavori sulla seconda ovvero tra Slovenia e Italia ma questa è una cosa che riguarda Roma e Lubiana. Quella tra Croazia e Slovenia decollerà non appena sarà strutturato il tavolo tecnico sull'accordo Roma-Zagabria del '96. Ovviamente anche di questo ho parlato con il premier Plenković che sta aspettando la lettera dell'esecutivo sloveno poiché anche se si tratta di noi, alla fine a decidere sono i due governi. Così è stato pure per l'accordo italo-croato".