“Siamo riusciti ad arrivare al voto e questo è già una cosa importante poiché indica un alto grado di democraticità all’interno dell’Assemblea”, così il presidente dell’organismo Paolo Demarin al termine della riunione lampo di ieri sera - terza in dodici giorni - e dedicata al voto sulla riforma statutaria. Come già riferito, i 24 voti favorevoli ai cambiamenti non sono bastati ad accogliere il nuovo documento che necessitava della maggioranza assoluta ovvero di 36 “si”. Una parte dei consiglieri presenti, 15 per la precisione, ha optato per il mantenimento dell’ attuale atto giuridico che disciplina funzionamento e organizzazione della massima istituzione della Comunità nazionale italiana di Croazia e Slovenia. “A questo punto rimane in vigore lo statuto attuale, ma io spero e auspico che alcuni concetti che reputo importanti perché danno sicurezza all’ UI vengano ripresi da chi ci sostituirà nel prossimo mandato” ha aggiunto Demarin convinto che il lavoro sulla riforma statutaria avviato nel 2018 e ripreso con vigore in questi ultimi mesi, non sia stato invano.
Così come i proponenti e i sostenitori dei cambiamenti anche il presidente dell’Assemblea - specie in queste ultime settimane- si era più volte richiamato alla Legge sulle associazioni in Croazia, alla quale andava adeguato lo Statuto UI. Demarin ora attenua la portata di queste considerazioni e dice: “La legge, come ogni altro atto giuridico, può venir interpretata in una o altra maniera; auspico che per le prossime elezioni non ci siamo problemi di carattere amministrativo procedurale”. Secondo il nostro interlocutore, servirebbe un’azione sinergica di tutti per esigere maggior garanzia agli stati domiciliari e forse anche richiedere una modifica alla Legge sulle associazioni in Croazia. “L’Unione italiana è un’associazione diversa dalle altre, fuori dal comune poiché è un’organizzazione che gode di tutela internazionale” aggiunge Demarin riferendosi tra l’ altro all’ accorso italo - croato sulla tutela delle minoranze, ma lamentando al contempo poca chiarezza su ruolo e competenze che vengono assicurate all’UI e sulla mancata correzione di alcuni articoli che avrebbero almeno tecnicamente migliorato il documento afferma: “Secondo me è stato un errore arenarci su alcuni concetti come quello del voto diretto o indiretto che ha portato ad un vero e proprio scontro di opinioni ponendo in secondo piano alcuni articoli che invece davano chiarezza e direi anche certezza al principio dell’ unitarietà regolarizzando nello Statuto dell’UI di Fiume il collegamento con l’UI di Capodistria”. Garantire un’unitarietà istituzionale che non passi solo attraverso i massimi rappresentanti, secondo Demarin, sarà uno dei compiti prioritari del prossimo mandato. “Adesso aspettiamo la mossa del presidente UI perché compete a lui indire le elezioni e nel momento che lo farà auspico che richieda all' Assemblea l' approvazione dello scadenziario elettorale con tutti i requisiti necessaria ad avviare il processo elettorale”.
Lionella Pausin Acquavita