

Il mare come ponte che unisce storie, culture e passioni. “Donne da mare” ha raccontato tutto questo, mettendo al centro della scena le donne e il loro rapporto con la voga, un’attività che affonda le radici nella storia marittima dell’Adriatico e che il Gruppo Voga Veneta Pirano porta avanti con dedizione da dieci anni. L’appuntamento è iniziato a Casa Tartini, dove è stata inaugurata la mostra “In Voga” con le opere dei gruppi artistici della Comunità degli Italiani Giuseppe Tartini, tra pittura, ceramica e acquarello. A seguire, il Teatro Tartini ha ospitato lo spettacolo multisensoriale “Donne da mare”, un viaggio tra immagini e suoni, realizzato con il contributo dei gruppi artistici del sodalizio, la filodrammatica, il coro, il corso di chitarra e le vogatrici stesse. La serata è stata dedicata alle vogatrici di Pirano, che con la loro storia decennale, dimostrano come la tradizione possa essere tramandata e al tempo stesso rinnovata. Un omaggio alle donne, al mare come compagno di vita e alla cultura della voga.
Ne abbiamo parlato con Amalia Petronio, promotrice del Gruppo Voga Veneta Pirano.
“La cosa più interessante a Pirano sono proprio le vogatrici, che vogano di mattina presto quando il mare è come uno specchio, e di sera, quando ci sono dei bellissimi colori e il mare incontra il cielo, è una cosa veramente bella. Chi impara a vogare impara anche ad amare il mare, e a vederlo in un'altra luce, e a rispettarlo.”
Com’è nato il Gruppo Voga Veneta Pirano?
“Ero interessata a tutti i tipi di sport nel mare, poi ho voluto conoscere in modo più approfondito questo nostro mare e ho invitato delle autorità che conoscono l'Alto Adriatico, le caratteristiche, le conoscenze che un marinaio quando prende il mare deve far proprie, non puoi navigare senza nessuna conoscenza. Dopo aver consultato queste persone ci hanno invitato a Venezia e l’8 marzo di dieci anni fa siamo andati a vedere come le donne vogano e come gareggiano tra di loro. E poi ci siamo appassionati, parlando con questi nostri amici, signor Ugo Pizzarello e Luigi Divari, abbiamo espresso questo desiderio, e loro si sono messi subito in moto. Sono riusciti a trovare una barca che il signor Suppiej ci ha gentilmente prestato in tutti questi anni, per questa attività culturale della voga, che è un'attività vivace e bella. Ti dà soddisfazione perché sei a contatto con la natura, respiri con il mare, non danneggi fauna o flora, il legno e i remi sono quel materiale che più a lungo è stato usato dall'uomo per gestire il mare, per muoversi nel mare.”
Un augurio per le donne che fanno ancora parte di questo gruppo?
“Queste donne sono grandi donne, sono donne audaci, curiose, insistenti, tengono duro e io faccio loro l'augurio di continuare a remare ancora per tanto tempo e soprattutto trovare nuove candidate. Per me è molto importante che questa tradizione, che si è sviluppata dal 1500 in poi, continui nel tempo, accanto a tutti quei motori brutti, pericolosi, che spesso ci danno fastidio. La voga alla veneta non disturba mai, è un piacere vederla.”
B.Z