Il governo croato potrebbe decidere il congelamento dei prezzi per un centinaio di prodotti. È questa l'opzione più accreditata dai mezzi d'informazione del Paese che in questa decina di giorni - ovvero dall' introduzione dell'euro in qua - hanno speso quintali d'inchiostro per raccontare e denunciare l'impennata dei costi. Priorità dell'esecutivo la tutela dei consumatori e la salvaguardia del loro potere d'acquisto, ma anche arginare l'inflazione che, arrivata al 13 per cento, potrebbe subire una brusca accelerazione proprio a causa degli adeguamenti dei prezzi legati al passaggio all'euro.
Il premier Plenković e compagine non hanno nascosto nei giorni scorsi l'indignazione per il comportamento dei commercianti definito scorretto e speculatorio. Da qui la volontà di punire gli approfittatori ed in primis le grandi catene di supermercati che starebbero - questa l'opinione generale - letteralmente derubando la cittadinanza. Alcuni giornali scrivono che, tra arrotondamenti e tassi di conversione, i rincari di alcuni prodotti vanno dal 5 al 20%. Nel mirino del governo, oltre che alle grandi catene distributive, ci sono pure commercianti, ristoratori, artigiani e servizi vari. "Non possono usufruire di agevolazioni e poi comportarsi in maniera scorretta" sostiene il governo, mentre l'ira dei cittadini si fa sentire soprattutto sulle reti sociali. "Il costo di pane e burro è lievitato del 30%" denunciano quanti attendono con grande speranza l'intervento delle autorità. Altri invece invitano a boicottare i negozi e a far compere, per chi ne ha la possibilità, fuori dal paese. (lpa)
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