L’ allarme era stato lanciato già a febbraio con l’invito agli interessati di dichiarare volontariamente il reddito guadagnato all’estero. Ma gran parte di questi non avrebbero accolto la proposta ed ora – almeno così scrive la stampa- possono attendersi multe che vanno da 2 a 20 mila kune. Secondo i dati dell’ufficio imposte sarebbero almeno 180 mila i croati che lavorano all’ estero ma hanno residenza nel paese d’ origine con domicilio, casa o altri beni immobili e vi risiedono più di 183 giorni all’ anno oppure hanno famiglia con residenza fissa in Croazia. L’ufficio imposte avrebbe già inviato i primi avvisi per la riscossione delle tasse alle persone con redditi maggiori mentre a settembre questi dovrebbero arrivare alla gran parte degli emigrati. Secondo alcuni esperti l’imposizione già saldata nel paese di lavoro sarà presa in considerazione e scalata dagli oneri croati dove sarà imponibile la parte netta e per un periodo che parte dal 2015 in poi. I giornali pubblicano molti esempi e racconti dei diretti interessati che si sono visti recapitare richieste di pagamento che in alcuni casi superano addirittura le 600 mila kune. Molti di questi si stanno rivolgendo al Sindacato croato dei lavoratori emigrati con sede a Varaždin, molto critico nei confronti della misura governativa che rischia di spopolare la Croazia. I responsabili dell’associazione forniscono altri dati e parlano di almeno 320 mila lavoratori croati all’ estero, 200 mila dei quali non avrebbero regolato la questione imposte e anche perciò molti di loro -ora - sarebbero propensi a lasciare la Croazia e trasferirsi all’ estero assieme alle loro famiglie. “Con alcuni stati quali Austria, Slovenia ed Italia sono state firmate Convenzioni per evitare la doppia imposizione sui redditi” dicono i sindacalisti aggiungendo che però per il momento a giovarne sono soltanto quelli che lavorano in Germania o lì hanno guadagnato la pensione.

(lpa)

 Foto: BoBo
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