All'indomani delle elezioni presidenziali in Croazia nel gennaio scorso, il premier Andrej Plenković aveva parlato di coabitazione dura con il neoeletto capo dello stato Zoran Milanović. E aveva ragione. Tra i due infatti in questi mesi non sono mancate le scintille su vari temi, l'ultimo, di questi giorni è la posizione o il ruolo dell’unità di crisi della Protezione civile nazionale. Ebbene, secondo Milanović sarebbe un organo paracostituzionale. Lo ha definito un gruppo di persone non eletto dal popolo che però si permette di stabilire ad esempio quanti possono essere i partecipanti a un matrimonio. Chiaro il riferimento alle misure epidemiologiche restrittive dell’unità di crisi onde evitare la diffusione del contagio. Secondo Milanović, le decisioni di importanza nazionale spettano al Sabor. Dall'ufficio governativo è arrivata la risposta che le decisioni dell’Unità di crisi non sono in contrasto con la costituzione e che vengono prese allo scopo di tutelare la salute dei cittadini. Su questa scia, nelle scorse ore, un altro aspro scambio. Milanović ha rinfacciato a Plenković di aver paura che il Sabor gli porti via determinate competenze. Plenković ha risposto che Milanović non è cosciente del suo ruolo istituzionale e che per lui sarebbe subentrata una fase di noia politica. Di poche ore fa la contro risposta, piuttosto pesante di Milanovic secondo cui l’unità di crisi sarebbe uno strumento nelle mani di Plenković per favorire i piccoli interessi di qualcuno. Il resto nella prossima puntata.
Valmer Cusma