In Croazia continua a tener banco lo scontro tra il presidente Milanović e il premier Plenković. Ormai è sempre più difficile - per non dire impossibile - seguire le accuse e controaccuse che i due si scambiano quotidianamente. Mai scontro politico a più basso livello in Croazia dove ormai è guerra aperta tra il presidente Milanović e il premier Plenković. Difficile addirittura raccontare le raffiche di accuse e contraccuse che si stanno scambiando non più di giorno in giorno ma addirittura da ora in ora. "Il comportamento e le dichiarazioni del capo dello stato vanno oltre alla calunnia e alla diffamazione e sono fuori dalla normalità" ha affermato Plenković durante la sua visita in due contee della Slavonia orientale e ha aggiunto: "Non si tratta più di stile, carattere o semplice maleducazione ma di atteggiamenti che non possiamo definire normali e che non è possibile più tollerare poiché sono un oltraggio alla figura e funzione presidenziale e alle procedure democratiche". La polemica, scoppiata da qualche tempo, e che riguarda sempre la nomina del presidente della Corte suprema si è resa infuocata - ricordiamo - in questi ultimi giorni dopo una serie di post che Milanović ha pubblicato sul suo profilo Facebook, post che non risparmiano nessuno e che tanto per fare degli esempi definiscono il governo e l'Unità di crisi anti-covid come "un'organizzazione criminale" e il deputato della minoranza serba Pupovac come un esperto di etno - business. Parole - quelle del capo dello stato - che stanno suscitando imbarazzo pure nella sua area di provenienza politica anche se - sembra che neanche il centro sinistra - riesca a frenare l'ultra-picconatore che nelle ultime dichiarazioni rincara la dose affermando che "Pupovac gode maggior tutela dei panda".
Lionella Pausin Acquavita