In attesta dei dati di questo 2023, caratterizzato dall'ingresso del paese nell'area di Schengen, stampa ed esperti cercano di interpretare quelli dell'anno scorso e recentemente pubblicati dall'Istituto nazionale di statistica. Il 2022 ha registrato quasi 58 mila ingressi contro 46 mila 300 partenze. L'analisi delle cifre dimostra come il saldo positivo - primo da quindici anni in qua - sia conseguenza dell'arrivo di numerosi profughi ucraini, in fuga dall'aggressione russa al loro paese. D'altro canto è aumentato però pure il numero dei croati che - complice la crisi economica - hanno deciso di trasferirsi all'estero. Un 25 per cento in più rispetto al 2021, anno pandemico con cifre che raggiungono adesso il record, registrato nel 2017. Numeri che si riferiscono ai dati forniti dalla polizia, ma che tendono ad aumentare se paragonati ai permessi di soggiorno e residenza ottenuti in Germania, Austria e Irlanda, i tre stati preferiti dagli emigrati croati, con il primo che ne ha accolto quasi la metà. Secondo l’analisi dei media nazionali, l'insufficiente offerta di lavoro o forse meglio le basse retribuzioni e la mancanza di alloggi per le giovani coppie sono le ragioni principali della fuga all’estero. Da ricordare che nello stesso tempo il paese è costretto a importare forza lavoro dagli altri stati dei Balcani e ultimamente sempre di più da quelli asiatici mentre la forsennata edificazione è ormai - visto i prezzi delle abitazioni - in funzione di acquirenti che arrivano dall’ estero e principalmente da quei paesi dove i cittadini croati vanno alla ricerca di un futuro migliore. (lpa)
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