“Siamo una società che tollera la violenza” dice la politologa Dunja Bonacci Skenderović da anni impegnata a combattere un fenomeno radicato e di difficile soluzione. Lo confermano dati che sembrano incredibile. Nel paese ogni 15 minuti una donna è vittima di violenza in famiglia mentre stando ai resoconti forniti dalle autorità competenti dal 2016 al 2018 in Croazia sono state uccise 46 donne e in 39 casi dal partner o da persone a loro vicine; nel 2020 su 36 donne uccise almeno la metà sarebbero vittime di femminicidio, percentuale che potrebbe aumentare una volta conclusa la procedura giudiziaria nei confronti dei presunti aggressori. “Tragedie che vengono imputate ad una società silente e all’ assenza delle istituzioni” affermano le numerose associazioni non governative che trattano il problema. “Nonostante l’aumento di denunce c’è chi ancora preferisce rimanere in silenzio e lo fanno sia vittime che testimoni poiché temono giudizi e pregiudizi ma anche e soprattutto un sistema che non garantisce alcuna tutela” dicono i responsabili delle varie organizzazioni come Zelja Barić che guida la casa sicura Duga/Arcobaleno di Zagabria che attualmente ospita una ventina di donne e dove- negli ultimi 15 anni- hanno trovato rifugio più di mille 200 persone. “Con una situazione tempestiva bisogna prevenire fatti come quello accaduto martedì a Spalato” dicono le numerose attiviste riferendosi all’ uccisione della commessa 44.enne accoltellata a morte sul posto di lavoro dall’ ex partner che ora si trova in stato di fermo.
(lpa)