Nella sua prima seduta dopo l'insediamento dei Ministri, l'esecutivo croato ha affrontato in modo prioritario gli effetti del sisma che il 22 marzo colpì la regione di Zagabria e quella nord-occidentale di Krapina e dello Zagorje. Chi non ricorda l'immagine delle mamme dall'ospedale della capitale in strada con i neonati: il dramma tra paura del virus e mascherine. Il premier Andrej Plenković afferma che ci vorranno dieci anni per ristrutturare le oltre 25.000 case danneggiate per un intervento che costerà circa 11,5 miliardi di euro. Nel centro storico della capitale, oltre alle case da abitazione, hanno subito ingenti danni anche palazzi storici sotto regime di tutela. La Legge sulla ricostruzione post-terremoto appena varata dal governo croato prevede per il recupero degli edifici privati il 60% di copertura finanziaria a carico dello stato, il rimanente 40% di spese da dividersi tra amministrazioni locali e proprietari degli immobili. Per far fronte all'oneroso impegno Zagabria ha già ottenuto un credito di 200 milioni dalla Banca mondiale, ne sta trattando un secondo con la Banca europea per lo sviluppo, mentre un contributo del Fondo di solidarietà dell'Ue, pari a 89 milioni di euro è atteso, stando al primo ministro Plenković, a inizio agosto. (a.c.)
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