Due eventi culturali di fondo hanno contrassegnato a Fiume il centenario dell'ingresso in città di Gabriele d'Annunzio alla testa dei suoi legionari. Nel Palazzo del governo, attuale sede del Museo di marineria e di storia del Litorale croato, è stata inaugurata la mostra intitolata l'Olocausta di d'Annunzio, mentre nella Comunità degli Italiani il presidente della Fondazione del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, ha presentato il suo libro Disobbedisco, dedicato per l'appunto all'impresa fiumana. Per motivi precauzionali, alla luce degli incidenti della mattinata, la Questura litoraneo-montana ha deciso di schierare una decina di poliziotti attorno a Palazzo Modello, sede del sodalizio della minoranza. L'apertura dell'esposizione al Palazzo del governo ha suscitato grande interesse ed è stata solennizzata dalla presenza del ministro della Cultura della Repubblica di Croazia, Nina Obuljen Koržinek, nonché di altra personalità, tra le quali il presidente della Comunità delle Associazioni croate in Italia, Gian Carlo Murković. La mostra vuole offrire una visione dall'ottica femminile dell'impresa dannunziana e lanciare nel contempo un messaggio sull'importanza dei valori antifascisti nell'Europa moderna, proprio facendo leva sull'insegnamento che bisogna trarre dai conflitti e dalle tragedie del passato.
Per stemperare le tensioni e superare le incomprensioni, secondo i curatori dell'interessante mostra, l'unica via percorribile è il dialogo. In altri termini non devono esistere argomenti tabù, di tutto si deve e si può discutere. L'Olocausta di d'Annunzio pone sotto i riflettori in particolare l'altra faccia dell'impresa fiumana, ossia le peripezie che dovettero affrontare in quel periodo la città nel suo insieme e quegli abitanti che italiani non erano o non si riconoscevano nella linea politica del Vate. Si tratta di un'impostazione che forse non potrà convincere tutti, ma che vuole in ogni caso rappresentare un importante elemento di dibattito storico, pacato e razionale.
Di grande rilievo, nell'ambito del centenario, anche la presentazione del volume Disobbedisco a Palazzo Modello. L'autore Giordano Bruno Guerri ha sottolineato che l'impresa dannunziana non ha avuto un carattere fascista e che di fatto il Vate non può essere considerato un precursore del fascismo. In altri termini l'ingresso dei legionari a Fiume andrebbe visto nell'ambito dei sommovimenti nazionali dell'epoca, senza scordare il carattere peculiare, straordinariamente moderno, della Carta del Carnaro, ovvero della Costituzione di stampo sindacalista della Reggenza italiana del Carnaro, scritta dal sindacalista socialista Alceste De Ambris e rielaborata da Gabriele d'Annunzio, che venne promulgata l'8 settembre 1920 a Fiume.
Dario Saftich - La voce del popolo