Esiste la seria possibilità che l'introduzione dell’euro in Croazia non avvenga il primo gennaio del 2023 ma sia posticipata per il mancato rispetto dei criteri stabiliti, in primo luogo l'inflazione. Come riporta la stampa croata, nel periodo da marzo 2021 a marzo 2022 è stata pari a 4,1% mentre non avrebbe dovuto superare quota 3,6%. A quest'ultima cifra si arriva sommando un punto e mezzo percentuale al tasso d'inflazione più basso registrato negli ultimi 12 mesi nella zona euro che è stato del 2,1%, per la precisione in Grecia, Portogallo e a Malta. Ora sarà determinante il tasso d'inflazione in Croazia da aprile 2021 ad aprile 2022 che, stando alle proiezioni, dovrebbe mantenersi sopra il 4%. Un bel guaio dunque. La decisione definitiva verrà presa a fine giugno quando la Banca centrale europea e la Commissione europea pubblicheranno il rapporto sul rispetto dei criteri di convergenza dei paesi in attesa di entrare nell'Eurozona, tra i quali figura appunto la Croazia. Però, già a fine maggio dovrebbe trapelare qualche notizia ufficiosa. Secondo la Banca centrale croata, il rapporto dovrebbe essere positivo tenendo in considerazione tutta una serie di fattori. Tra questi l'andamento in Croazia e nell'Unione europea dei valori di riferimento per la determinazione della stabilità dei prezzi, la sostenibilità e la stabilità delle finanze pubbliche, la stabilita del corso della kuna e la convergenza dei tassi di interesse a lungo termine.
Valmer Cusma
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