Dopo che il 15 febbraio scorso è stata avviata l'operazione di aggancio tra i piloni sulla terraferma ed i primi posizionati sul fondale marino, ora continuano le attività per il posizionamento dell'impalcato che dovrebbero concludersi entro la fine dell'anno. L'opera completa assieme alle strade d'accesso- del valore di 520 milioni di euro, 357 dei quali finanziati dall'Unione europea - dovrebbe essere completata entro luglio del 2022. Qualche ritardo, specie nella costruzione dei collegamenti viari, è stato causato dalla pandemia e dalla limitazione della circolazione che ha bloccato il lavoro di alcune aziende ed operai stranieri, specie greci impegnati nella costruzione avviata nell'aprile del 2018. Non ci sono stati problemi invece per gli all'incirca 200 dipendenti cinesi della corporazione pechinese che ha in appalto la realizzazione del ponte. Una struttura -ricordiamo- di carattere strategico per la Croazia in quanto collegherà la penisola di Sabbioncello e la città di Dubrovnik al resto del paese, evitando i valichi di frontiera ed il transito attraverso Neum e dunque la Bosnia-Erzegovina. Sarajevo ha sempre espresso contrarietà alla costruzione del ponte vuoi per l'irrisolta questione della delimitazione del confine vuoi per il timore di una riduzione del traffico verso lo scalo di Neum. Da rilevare infine che quello di Sabbioncello sarà un cosiddetto ponte strallato ovvero un tipo di ponte sospeso al quale però l'impalcato è retto da una serie di cavi o stralli ancorati a piloni di sostegno. Sarà lungo 2404 metri, alto 55, avrà due carreggiate e 4 corsie.
Lionella Pausin Acquavita