Dallo scarno comunicato emesso dagli uffici dei due presidenti al centro dei colloqui l’annuale vertice dedicato ai Balcani occidentali avviato undici anni fa proprio da Borut Pahor che ricopriva la carica di primo ministro assieme all’allora omologa croata Jadranka Kosor. Come concordato anche questa edizione si svolgerà in Slovenia nella seconda parte dell’anno, mentre già a giugno ci sarà la trilaterale tra i Capi di stato di Slovenia, Austria e Croazia che sarà ospitata da Zagabria. Milanović e Pahor si sono soffermati pure sulla situazione europea in seguito all’ aggressione russa dell’Ucraina ed hanno avuto uno scambio di opinioni sulla situazione in Bosnia ed Erzegovina. In questo contesto Milanović è tornato ad evidenziare la necessità di una riforma elettorale che consenta ai croati di Bosnia, popolo costitutivo, di eleggere i propri rappresentanti in tutti gli organi del potere. “Un accenno è stato fatto pure alle relazioni bilaterale”, si legge nel comunicato che non precisa però quali i temi affrontati. Qualche riferimento sull’esito del voto di domenica in Slovenia sicuramente è stato fatto anche perché in Croazia non mancano le supposizioni su un possibile cambiamento di rotta della politica estera di Lubiana, specie dopo le dichiarazioni del vincitore Golob che sembra intenzionato a riprendere in mano la sentenza arbitrale sui confini, caduta nel dimenticatoio in questi ultimi anni e che - ricordiamo- Zagabria non riconosce. I due capi di stato anche con i frequenti scambi di visite e incontri vogliono rafforzare comunque lo spirito di amicizia tra i due paesi vicini. Già il 10 maggio prossimo saranno assieme a Fiume per partecipare al 30.esimo anniversario di attività delle Associazioni degli sloveni in Croazia.
Lionella Pausin Acquavita
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