
A Roma in visita privata con la famiglia, domenica il premier Plenković ha partecipato alla messa pasquale in Vaticano e, dopo la benedizione Urbi et Orbi, ha avuto modo d’incontrare brevemente il Pontefice. “La sua sofferenza era visibile ma, nonostante ciò, traspirava calore e serenità e soprattutto quel desiderio di compiere la sua missione fino in fondo”, ha raccontato il capo del governo ricordando che per lui, la moglie ed i tre figli, quest’opportunità è stata un’immensa gioia. “Un incontro avvenuto su iniziativa del protocollo Vaticano e non nostra poiché eravamo in visita privata e non volevamo in alcun modo disturbare e affaticare ulteriormente il Papa” ha spiegato Plenković rispondendo così ai numerosi commenti che circolano sui social media e che non ha esitato a definire riprovevoli e vergognosi. Dichiarazioni che ha rilasciato alla stampa in margine alla cerimonia per le vittime del campo di concentramento ustascia di Jasenovac, dove il Capo del governo ha confermato che sarà presente sabato alle esequie del Pontefice e che sempre sabato la Croazia intende proclamare una giornata di lutto nazionale, proposta poi fatta propria dall’esecutivo.

Da ribadire che già in un precedente comunicato stampa di cordoglio, Plenković aveva ricordato la figura di Papa Francesco “la cui vita e percorso spirituale hanno lasciato un segno indelebile nel mondo.” Ricordando la sentita vicinanza e il profondo rispetto del popolo croato che piange la perdita di un uomo di fede, semplicità, umiltà e forza e rammentando il riformatore e l’instancabile difensore della pace e della non violenza, anche nella nota il premier croato rileva di aver avuto l’onore speciale di incontrare il Santo Padre nel giorno di Pasqua. “È stato un momento breve – scrive - ma profondamente toccante: un incontro intriso di gentilezza, sorrisi e benedizioni che rimarrà impresso nei nostri cuori e che io e la mia famiglia ci porteremo dietro come un dono prezioso.”
L.P.A.