Disperato appello dei genitori degli ultras di Zagabria in carcere ad Atene alle massime cariche dello stato affinché ai figli sia garantito un trattamento giudiziario equo per i disordini del 7 agosto scorso in cui è stato ucciso un tifoso locale. Nella Capitale greca sono in stato di fermo un centinaio di hooligans croati. Lettera aperta ai Presidenti della Repubbica e del Governo nonché al tutore civico affinché agli ultras di Zagabria arrestati ad Atene sia garantito il massimo supporto nel rispetto delle norme costituzionali e di legge. L'hanno scritta una trentina di genitori dei circa 100 sostenitori della Dinamo di Zagabria, coinvolti negli scontri dell'8 agosto scorso nei sobborghi di Atene con gli ultras della formazione locale dell'AEK. Era la vigilia del terzo turno preliminare di Champion's League tra le due squadre. Nei disordini, lo ricordiamo, è rimasto ucciso un tifoso locale 29.enne. Nella lettera i genitori condannano ogni forma di violenza, però si dicono preoccupati per il clima di linciaggio che si sarebbe creato in Grecia nei confronti dei loro figli. Citano a proposito le parole di un avvocato greco secondo le quali il Tribunale di Atene starebbe cedendo sotto la forte pressione dell'opinione pubblica e della stampa greca, per cui temono che il processo a carico dei figli non sarà equo. E temono anche per la loro incolumità. Pertanto sollecitano un viaggio in tempi brevi ad Atene di una delegazione dello Stato affinché ai figli sia garantita la normale tutela prevista per i cittadini croati all'estero. E si richiamano alla Convenzione Europea sui Diritti Umani e le liberta' fondamentali. Commentando la lettera il Capo dello Stato Zoran Milanović ha dichiarato testualmente: "quei ragazzi sono andati in Grecia per picchiarsi, e questo non posso approvarlo, però sono nostri cittadini con i loro diritti".
Valmer Cusma