La Croazia oggi è tornata alla normalità. Dopo i festeggiamenti di fine anno, caratterizzati dall'introduzione dell'euro e dall'adesione nell'area Schengen oggi e' giornata lavorativa; un primo test, dunque, per valutare l'efficienza delle banche e la comodità dovuta all'abbattimento dei confini. Alcune banche - non ancora tutte però - sono riuscite a completare il sistema di adeguamento alla moneta unica e informano i clienti del regolare funzionamento delle carte di credito, prepagate o di debito e delle possibilità di prelievo ai bancomat. Una parte degli sportelli automatici è stata abilitata ad erogare gli importi richiesti in euro, un'altra si sta conformando. "Una questione di ore" e' stato assicurato aggiungendo che il pagamento in entrambe le monete sarà possibile fino al 14 gennaio prossimo mentre da quella data in poi si potranno convertire le kune in euro solo nelle banche o negli uffici postali. Per tutto il 2023 ci sarà pure l'obbligo della doppia esposizione dei prezzi, mentre la sfida più grande - dicono in Croazia - sarà proprio quella del mantenimento del costo della vita ai livelli attuali. Prime esperienze pure per quanto riguarda il passaggio dei valichi e senza più fermate e controlli di documenti; documenti personali - carta d' identità o altro - dei quali, si ricorda, ognuno deve essere dotato quando esce dal paese, anche recandosi in un altro stato dell'area Schengen. La liberalizzazione della circolazione di persone e merci, salutata da tutti, in Croazia, è stata accolta con particolare soddisfazione dalla popolazione che vive lungo il confine, dai frontalieri, dal settore turistico e dagli autotrasportatori. Solo per questi ultimi le ore di attesa passate finora ai valichi avrebbe causato - si calcola - perdite di lavoro e guadagno annuali pari al 25 per cento. Intanto il trasferimento dei protocolli di controllo ai confini esterni dell'Unione Europea starebbero causando i primi disagi ai confini tra Croazia e Serbia, Bosnia- Erzegovina, Montenegro dove nelle ultime ore si registrano colonne più lunghe del solito specie al valico di Bajakovo con la Serbia e Maljevac con la Bosnia-Erzegovina.
Lionella Pausin Acquavita