Dei 33 mila iscritti al SDP sembra che solo 12 mila avranno diritto a scegliere la nuova dirigenza ovvero quelli che fino a qualche giorno fa hanno saldato la quota d’ iscrizione. A correre per il posto di Davor Bernardić costretto a rassegnare le dimissioni dopo la debacle alle parlamentari del 5 luglio scorso ci sono 5 candidati: il parlamentare istriano Peđa Grbin, lo zuppano dello Zagorie Željko Kolar, la deputata e sindaca di Omišalj (Castelmuschio) Mirela Ahmetović, l’ ex ministro degli interni Veljko Ostojić e il polesano Marino Percan.

Favoriti Kolar e Grbin. A sostenere il primo la struttura partitica che sosteneva Bernardić mentre a dar man forte al secondo sono tutti quelli che per anni sono stati contrari alla leadership dell’ ormai ex presidente. Naturalmente con alcune eccezioni e alcuni passaggi dell’ultima ora dall’una all’altra parte o con altre anomalie come quella di uno dei socialdemocratici di spicco come il presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina, che darà il suo voto - così ha detto- a Mirela Ahmetović, forza giovane, rivolta al futuro ed estranea agli scontri intrapartitici e alla cosiddetta “ingegneria elettorale”.

Per quanto riguarda i programmi quello di Željko Kolar pone in rilievo tre obiettivi: la modernizzazione del partito, la crescita e lo sviluppo del paese nonché la creazione di una società giusta e solidale che rispetti i diritti dei cittadini e delle minoranze. Ampio e dettagliato il manifesto di Peđa Grbin che parte dalla tutela dei diritti fondamentali dell’uomo e va a toccare quelli del lavoro, dell’istruzione, della sanità, dell’ambiente per arrivare alle riforme del sistema elettorale. Interessanti i risultati di alcuni sondaggi che la stampa croata ha pubblicato nei giorni scorsi.

Se a votare fossero tutti i cittadini croati, la vittoria dell’istriano Grbin sarebbe netta, ma non è così se si prendono in considerazione solo gli elettori essedipi, che sembrerebbero prediligere Kolar. Quest’ultimo comunque non supererebbe il 50 per cento delle preferenze necessarie a garantirgli la vittoria immediata e perciò si dovrebbe tornare al ballottaggio il 4 ottobre prossimo. Naturalmente con nuovi accordi e nuove alleanze interne.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: EPA
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