Stagione compromessa dunque anche in Croazia dove l’industria del turismo genera quasi il 20 per cento del Pil. “Prevedibile un calo tra il 60 e 75 per cento” le previsioni del ministro, Gari Cappelli che afferma “il terzo quadrimestre - per intenderci quello di luglio, agosto e settembre - e’ il più importante e realizza il 64 per cento delle entrate complessive del settore ovvero 6 miliardi e mezzo di euro”. La speranza ora, coronavirus permettendo, è un recupero nell’ultima fase estiva che permetterebbe di realizzare almeno un 25-30 per cento delle entrate registrate lo scorso anno. “A favore di questo pronostico la posizione geografica e la tipologia dell’offerta” dice il ministro riferendosi alla vicinanza del paese ai mercati di provenienza dei flussi di ospiti: Germani, Austria, Italia e soprattutto Slovenia. “La nostra costa è vicina, accessibile in automobile e questo rappresenta un vantaggio rispetto alle destinazioni del Mediterraneo raggiungibili in aereo” rileva ancora Cappelli annunciando una terza fase di misure economiche e respingendo le critiche che arrivano dagli oltre 100 mila tra affittacamere privati e strutture ricettive a conduzione famigliare che richiedono una moratoria di tutti i pagamenti, inclusi crediti bancari, di 12 mesi. “Per i primi sei mesi abbiamo detto zero entrate- zero obblighi e abbiamo mantenuto la promesso ora stiamo lavorando per garantire il futuro del settore” ha detto il ministro del turismo croato.
Lionella Pausin Acquavita