Dopo che la Polizia croata ha fermato un gruppo di migranti al confine con la Bosnia ed Erzegovina, si sono uditi colpi d'arma da fuoco provenire da oltreconfine. Le forze dell'ordine stanno cercando di appurare se a sparare siano stati dei migranti oppure dei trafficanti di esseri umani.
Questa non è certo la prima volta che succedono incidenti del genere alla frontiera croato-bosniaca. L'opposizione di destra a Zagabria ha colto la palla al balzo per chiedere che a protezione del confine vengano schierati i militari. Commentando l'incidente con i migranti e la proposta di inviare l'esercito alla frontiera, il premier, Andrej Plenković, ha detto che la Croazia non è in guerra. "Non c'è alcun bisogno di schierare l'esercito ai confini, sono 6.500 i poliziotti che proteggono la frontiera croata e il confine esterno dell'Unione europea“, ha rilevato Plenković. Il primo ministro ha aggiunto di aspettarsi che la vicina Bosnia ed Erzegovina controlli l'uscita dei migranti dal Paese, ovvero che non sia soltanto la Croazia a controllare gli ingressi. Il premier ha valutato inoltre che la crisi migratoria è una questione globale, mentre per quanto riguarda la Croazia, "è un problema minore rispetto ad altri Paesi".
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