L'installazione realizzata nell'ambito di Fiume Capitale Europea della Cultura 2020 "non incita alla violenza e all'odio verso nessun particolare gruppo di persone", si legge nell'argomentazione della Procura di Stato di Fiume. L'installazione della grande stella a cinque punte, in cemento e con 2.800 frammenti di vetro rosso incastonati, denominata "Monumento alla Fiume rossa", dell'autore Nemanja Cvijanović, doveva essere installata sul Grattacielo di Fiume il 3 maggio 2020 - nell'Anniversario della Liberazione del capoluogo quarnerino dall'occupazione nazista, a causa del lockdown determinato dall'epidemia di Covid-19, la sua collocazione sul tetto del medesimo edificio slittò al 20 settembre. Una data anche questa simbolica perché nello stesso giorno del 1943 lo ZAVNOH, il Consiglio territoriale antifascista di liberazione popolare della Croazia, decretò l'annessione dell'Istria, di Fiume e di Zara e delle isole alla Croazia. L'opera di Cvijanović fondamentalmente intendeva ricordare i 2.800 combattenti che persero la vita per la liberazione di Fiume. Ad ispirare l'autore era stata un'analoga stella rossa a cinque punte installata sul tetto del medesimo edificio nel secondo dopoguerra unitamente alla scritta a lettere cubitali "TITO", in seguito rimosse dalle stesse autorità jugoslave. L'ex primo cittadino Vojko Obersnel, esponente del Partito socialdemocratico, e 21 anni di reggenza, aveva dato l'avallo per l'installazione dell'opera di Cvijanović nell'ambito di Fiume Capitale europea della Cultura 2020. La collocazione della stella rossa aveva innescato accese proteste, da parte degli ultrà della squadra di calcio del Rijeka e dei reduci della guerra di indipendenza della Croazia e spinto il Partito autoctono croato dei diritti (Autohtona hrvatska strana prava) a sporgere denuncia. La procura di Stato di Fiume adesso ha messo la parola fine respingendo la denuncia.
Corrado Cimador