In Croazia torna attuale l’idea di limitare il lavoro domenicale. L’annuncio è stato dato dal premier Plenković che vuole cosi realizzare uno dei punti del suo programma elettorale. La normativa in questione è ora materia di consultazione tra i competenti organismi governativa, ma potrebbe trovarsi a breve sui banchi parlamentari. Tra le novità maggiori quella di limitare a 16 il numero delle domeniche lavorative e l’impossibilità di sanzionare o licenziare il dipendente che esprimerà la volontà di astenersi dal lavoro domenicale. “La proposta che arriva dopo un ampio dibattito cerca di equilibrare i vari interessi e bilanciare vita privata e vita professionale nel rispetto dei valori della famiglia” ha detto il capo del governo.
Un annuncio che sta ancora una volta suscitando grandi discussioni nel paese che è diviso in due con una parte soddisfatta delle novità ed un'altra invece no. La Chiesa avrebbe voluto qualche cosa in più e vede le novità come un primo passo verso la chiusura totale dei negozi di domenica. “Non ci sono solo gli esercizi commerciali bensì pure la ristorazione, i trasporti, la logistica e tanti altri servizi che vedono impiegati lavoratori malpagati” dicono gli esponenti del partito socialdemocratico mentre per i rappresentanti sindacali dei settori interessati più che un problema di apertura o meno è un problema di diritti dei lavoratori che vanno regolati e rispettati. Preoccupati gli amministratori delle aree turistiche secondo ai quali abbassare le serrande di domenica sarebbe controproducente. Indecisi invece gli acquirenti: per alcuni la scelta è giusta, altri la vorrebbero più rigorosa, altri ancora vorrebbero invece negozi aperti 24 ore al giorno.
Lionella Pausin Acquavita