Ospite alla Facoltà di scienze politiche per parlare di cambiamenti climatici ed energia alternativa, Plenković ribadisce che Zagabria è pronta a partecipare alla costruzione del secondo troncone di Krško. Lo aveva fatto già nel corso dell'incontro - un mese fa- con l'omologo sloveno Janez Janša e ora torna a ricordarlo affermando che nell'attuale contesto internazionale e con la messa al bando delle termo centrali a carbone l’energia nucleare rappresenta una valida alternativa. "Attualmente Krško assicura il 15 percento dell’energia necessaria al paese, la realizzazione del secondo blocco garantirebbe, tra una decina di anni, la copertura di un terzo del consumo nazionale" ha detto il premier croato. Egli ha ricordato che tutti i paesi europei stanno cercando soluzioni per fronteggiare la crisi energetica che sta mettendo in difficoltà i sistemi produttivi e la vita quotidiana dei cittadini. Anche perciò -ha fatto capire- legittimo più che mai per Zagabria e Lubiana pensare alla seconda unità di Krško. Entrato in funzione nel 1983, l'operatività dell'attuale impianto dovrebbe concludersi dopo 40 anni ovvero nel 2023. È stata però richiesta una proroga che dovrebbe garantire il funzionamento fino al 2043 mentre in Slovenia sono in fase di realizzazione le procedure per la costruzione del secondo blocco -che garantirebbe- 9 mila GigaWatt di elettricità all' anno per un periodo di 60 anni. Il nuovo impianto, esattamente come quello attuale, sarebbe gestito dalla società Centrale nucleare di Krško detenuta in parti uguali - il 50% ciascuna- dalla slovena "Gen energia" e dalla "Hrvatska elektroprivreda", azienda pubblica croata che produce e distribuisce elettricità' al paese.
Lionella Pausin Acquavita