Rimangono in vigore in pratica due sole limitazioni ovvero l’obbligo dell’uso della mascherina nel settore sanitario e sociale: ambulatori, ospedali, case per gli anziani. E ancora l’obbligo di presentare un certificato Covid per i cittadini di paesi terzi che entrano in Croazia. Per quelli degli stati UE l’ingresso nel paese sarà libero e non dovranno esibire più il green pass. Libertà anche per quanto riguarda raduni e in genere tutte le manifestazioni tanto che è stato il ministro degli interni Božinović a dichiarare “dopo due anni potremmo festeggiare fino all’alba senza restrizioni”. Una decisione presa, visto il quadro epidemiologico favorevole e l’arrivo della bella stagione, che fa sperare in un’ulteriore riduzione dei contagi, ma anche in prossimità delle festività pasquali, che tradizionalmente rappresentano un banco di prova per il turismo croato che -specie per l’area dell’Istria e Quarnero- sta registrando trend positivi. Rimane valido il consiglio sull’utilizzo della mascherina che diventa comunque una scelta personale e non più sanzionabile. Come si è detto qualche limitazione per l’ingresso nel paese per cittadini extra UE che comunque non dovranno più giustificare l’entrata con validi motivi ma potranno attraversare il confine con il green pass. Una misura che- come affermato da Božinović- non sarà applicata agli sfollati dell’Ucraina. “Entrati nel terzo anno pandemico, possiamo dire che Il virus sta perdendo la sua capacità infettiva ma dobbiamo andar cauti” dicono le autorità croate che non sono -per il momento - intenzionate a proclamare la fine della crisi. Il 70 per cento della popolazione adulta vaccinata con almeno una dose e le 600 mila persone che hanno superato la malattia negli ultimi mesi fanno ben sperare. Bisognerà comunque attendere l’autunno per valutare la situazione anche se fino allora le autorità croate confidano nei vaccini di seconda generazione.
Lionella Pausin Acquavita