Gillo Dorfles, critico d'arte e pittore, scomparso ultracentenario nel 2018, una delle personalità più poliedriche del panorama artistico culturale contemporaneo, rivive nel libro del nipote, e rivive anche la sua triste storia che lo costrise a ritirarsi a Chiassovezzano durante le persecuzioni naziste. Di famiglia ebraica, Gillo viene raccontato nelle pagine del libro edito da Bompiani, scritto dal giornalista e critico letterario Piero Dorfles.
Giorgio, futuro padre di Piero, si converte e sposa Alma, e con lei rimane in città cercando di svolgere il suo lavoro di avvocato. Anche Gillo, con la moglie Lalla, continua la sua vita di viaggi e di incontri, ma si ritira in Toscana, perché le leggi razziali, la cui promulgazione Mussolini sceglie di annunciare proprio a Trieste, impediscono ai Dorfles di svolgere il loro lavoro.
L'autore sceglie di rievocare quei mesi terribili attraverso il racconto della casa di Chiassovezzano, delle sue stanze piene di storia e di storie, del suo giardino, degli scantinati usati come rifugi antiaerei, ogni cosa, in quel luogo, parla di chi lo ha scelto e abitato. Ma nessun eroismo, in famiglia, la fuga ed il nascondiglio temporaneo sono qualcosa di necessario.
Piero Dorfles dialogherà con Rosa Necchi, docente di Letteratura italiana all'Università di Trieste. E dopo l'incontro del pomeriggio nel Roseto del parco di San Giovanni, stasera, sul palco del Teatro Miela si parlerà di "Gillo mitico eclettico", letture sceniche con Adriano Giraldi e Marco Puntin, un'occasione per riflettere sulla contemporaneità del suo pensiero.
La 13. edizione della rassegna "Rose libri musica vino" si tiene tutti i venerdi' di maggio. La prossima settimana l'ultimo appuntamento, dedicato all'astronoma Margherita Hack.