Dopo alcune iniziative già svoltesi in città lo scorso anno, anche il Salotto del libro italiano ha voluto celebrare il centenario della nascita (che cadeva appunto nel 2023) di Italo Calvino, uno dei più grandi scrittori del Novecento, amatissimo in Italia e nel mondo per quella sua capacità di mescolare con stile e ironia, elementi del fantastico e del reale. Lo ha fatto riportando a Capodistria Paolo Battistel, studioso torinese di miti e leggende, e autore, da ultimo, di "L'arcolaio delle fiabe". Stavolta l'opera sotto la lente era la celebre raccolta di "Fiabe italiane" curata da Calvino per Einaudi nel 1956, un grande classico in cui lo scrittore ligure ha messo insieme e trascritto dai vari dialetti il tesoro della tradizione popolare, 200 fiabe provenienti da tutte le regioni della Penisola, e anche dall'Istria e della Dalmazia, oltre che da Trieste e dal Friuli. Un lungo lavoro di ricerca e di riscrittura, con quel suo tocco inconfondibile, che ha contribuito alla fortuna della monumentale raccolta.
Dialogando con la bibliotecaria Nicoletta Casagrande, Battistel si è dunque addentrato con un'esposizione coinvolgente nell'impresa di Calvino, nelle caratteristiche della fiaba italiana, e più in generale nelle origini di questi racconti ancestrali, generati all'alba dell'umanità. Narrazioni che ci incantano da piccoli e non smettono di affascinarci da adulti, perché, come spiega lo stesso Paolo Battistel, "le fiabe parlano di tutti noi. Nell'ascoltare le fiabe, il famoso "C'era una volta ..." siamo portati in questi reami perigliosi, oscuri e meravigliosi, ma in realtà riusciamo a sentirci a casa, forse autenticamente per la prima volta a casa come è successo a me, e di non voler più andare via da questo mondo meravigliso. Un mondo che quando ritorniamo nelle nostre camerette e nei nostri salotti ci ha contagiato, ci ha fatto diventare più luminosi e più consapevoli della vita di tutti i giorni".