Nel cuore della Mitteleuropa a metà strada tra Budapest e Roma. A Trieste Giorgio Pressburger, ebreo ungherese sfuggito alla Shoah e arrivato in Italia da profugo, ha vissuto e lavorato per oltre quarant'anni. E qui ha sede l'associazione culturale che oggi ne porta il nome, con presidente Mauro Caputo, regista che con Pressburger ha collaborato e per volontà testamentaria dello scrittore, curatore dei diritti delle sue opere.
Un'associazione nata per promuovere lo studio e il ricordo del grande intellettuale scomparso nel 2017, valorizzare la sua vita e il suo pensiero, portare avanti quella cultura dell'incontro e del dialogo, di uno spirito europeo dove le diverse radici si incrociano, che è stata una delle cifre peculiari di Pressburger, e ne ha informato la poliedrica attività di scrittore, di regista teatrale e radiofonico, di saggista, e di direttore di importanti istituzioni culturali.
Il sodalizio, attivo a livello internazionale, ha anche lanciato un sito web multilingue (www.giorgiopressburger.eu), con l'idea - ha spiegato Caputo - di creare un punto di riferimento dove gli interessati possono scoprire le iniziative dell'associazione e conoscere Giorgio Pressburger, la sua storia, le sue idee. Un sito in italiano, ungherese e inglese, che accoglie anche l'archivio, con centinaia di documenti che riguardano lo scrittore e tantissimi altri intellettuali con cui ha collaborato, dal premio Nobel per la Letteratura Imre Kertész a Claudio Magris a molti altri.
La presentazione è avvenuta in queste settimane all'Istituto italiano di cultura di Budapest, che lo stesso Pressburger ha diretto dal 1998 al 2002, occasione per sottolineare il ruolo di ponte avuto da Giorgio Pressburger "tra due Paesi che hanno avuto e continuano ad avere molti punti di contatto e interessi convergenti", come ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Francesco Russo, tra gli intervenuti all'incontro.