Sette statuette su tredici nomination: la 96/esima edizione dei Premi Oscar al Dolby Theatre di Los Angeles si chiude con il trionfo annunciato di "Oppenheimer". Il film di Cristopher Nolan sulla tormentata storia del padre della bomba atomica si porta via i riconoscimenti come miglior film, migliore regia e migliori attori protagonista e non protagonista.
Delusione per Matteo Garrone, che con "Io capitano" concorreva nella cinquina del miglior film internazionale: al candidato italiano l'Academy ha preferito come da pronostico "La zona d'interesse", il film di Jonathan Glazer che racconta la 'banalità' della vita quotidiana del comandante di Auschwitz e della sua famiglia nella loro casa che confina con il lager. Dal palco il regista inglese di famiglia ebraica ha detto: "Il film è una riflessione sul passato ma anche sull'oggi e sulla nostra disumanizzazione, contro gli attacchi del 7 ottobre e a Gaza".
Il premio alla migliore attrice è andato ad Emma Stone per "Povere creature", fantasy horror di Yorgos Lanthimos in cui interpreta una sorta di Frankstein femminile. È il secondo Oscar per l'attrice americana che ha già vinto la statuetta nel 2017 per "La La Land".
Il premio al miglior attore è andato all'irlandese Cillian Murphy: è il protagonista di "Oppenheimer", e ha dedicato l'Oscar "agli operatori di pace ovunque nel mondo".
Anche la guerra in Ucraina ha avuto eco durante cerimonia: come miglior documentario è stato premiato "20 giorni a Mariupol", l'orrore filmato in presa diretta. "Vorrei non aver mai fatto questo film - ha detto il regista Mstyslav Chernov -e scambierei questa statuetta con la non invasione da parte della Russia".