Un riconoscimento importante, quello del presidente croato Milanović, ma che non soddisfa del tutto l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che sottolinea come gli italiani che hanno dovuto abbandonare le loro terre natie non furono migliaia, ma molti di più, come ci ha spiegato il presidente dell'ANVGD, Renzo Codarin: "Assolutamente è un riconoscimento importante, soltanto che il numero degli italiani che andarono via dall'Istria, dalla Dalmazia, dall'Isola di Lussino e di Cherso, non fu di migliaia, ma di centinaia di migliaia, quindi la cosa è molto più importante di quella che è stata definita. Però è importante che il Presidente croato lo abbia, in qualche modo, riconosciuto, in un ambiente che spesso è stato assolutamente anti-italiano".
Rimane comunque un importante passo verso quel sentiero di riappacificazione ben tracciato dal recente incontro tra il presidente italiano Mattarella e quello sloveno Pahor dello scorso 13 luglio?
"Secondo me i due eventi sono anche molto collegati. Io credo che la Croazia, che è un paese assolutamente amico e vicino dell'Italia, sappia che per mantenere queste ottime relazioni con il nostro Stato deve seguire la strada che ha seguito anche il Presidente sloveno. Noi siamo un popolo, quello dell' esodo, che ha pagato i due totalitarismi, prima il fascismo ed il nazismo e poi il comunismo. Siamo stati sacrificati e nelle Foibe e con la fuga e l'esodo da terre dove abitavamo da secoli. Questo riconoscimento per Paesi vicini e amici, ci deve essere tutto".
Importante anche chiedere una maggiore attenzione verso il bilinguismo nelle zone storiche di insediamento degli italiani in Croazia?
"Assolutamente sì proprio per riconoscere la presenza storica, che ci fu, degli italiani nell'attuale Croazia, nei paesi dove gli italiani erano, non sempre maggioranza ma anche dove erano storicamente presenti, in numero importante. Il bilinguismo sarebbe un fatto estremamente importante, che renderebbe giustizia alla nostra presenza e che sicuramente arricchirebbe anche il territorio. Il bilinguismo in Croazia è veramente una delle questioni che per noi diventa importante, come importante, anche collegandosi a quello che ha fatto la Slovenia e che sta facendo la Slovenia dopo l'incontro le 13 luglio, è aprire tutte le Foibe, poter avere verità storica di quanti veramente sono stati uccisi e poter portare in queste foibe dei fiori e mettere una croce, dove ci sono state vittime italiane, ma anche croate ed anche persone che abitavano in quelle zone. Bilinguismo e rispetto dei morti e delle sofferenze tra Paesi amici: questa la cosa sicuramente fondamentale".
Davide Fifaco