Presentata a Trieste “Ethnos e Topos. Cambiamenti sociali ed immagine etnica delle località slovene nel territorio triestino dal 1910 al 2015”, una monografia promossa dallo Slori e curata dal professor Milan Bufon, con lo scopo di appurare quale sia attualmente la struttura etica e sociale delle località tradizionalmente slovene di Trieste. Ecco cosa ne pensa l'autore, Milan Bufon: “Abbiamo analizzato due processi simultanei: da un lato quello di urbanizzazione di queste località, tradizionalmente rurali dell'entroterra triestino e dell'altro lato il processo di cambiamento delle relazioni interetniche fra città e campagna. Abbiamo selezionato tre fasi, ovvero tre differenti periodi. Abbiamo iniziato con il 1910, attraverso il censimento che è stato effettuato nel periodo austriaco ancora, e si notava che tutte queste località erano al 100% slovene e tradizionalmente rurali. Questa struttura è cambiata dal punto vista sociale 50 anni dopo, nel 1965 in quanto la maggioranza della popolazione in quel periodo si occupava più delle attività contadine e principalmente nell'industria a Trieste. Però non è cambiata ancora la struttura etnica: tutti i paesi ed i villaggi erano ancora quasi al 100% solo Sloveni. Mentre nell'ultimo periodo nel 2015, cioè nell'ultimo rilevamento che abbiamo fatto, con l'aiuto degli informatori locali, ha dimostrato che c'è stato un forte cambiamento che è iniziato negli ultimi anni del secolo precedente e si è intensificato ulteriormente nei primi anni del nuovo secolo, 20 anni fa diciamo. In questo periodo abbiamo una forte immigrazione della popolazione urbana da Trieste verso l'entroterra e quindi c'è stato anche un cambiamento della struttura etnica e linguistica di questi paesi. Ma c'è stato anche un processo di integrazione di questi nuovi arrivati nella comunità locale, che appena agli inizi, che però ci dimostra che probabilmente andiamo verso una nuova struttura più multiculturale e forse più aperta, più europea da questo punto di vista, anche in questa area tradizionalmente solamente slovena”.
Davide Fifaco