In Friuli-Venezia Giulia verrà costruito un nuovo hot spot per accogliere i migranti che arrivano sul territorio attraversando la rotta balcanica. Il prefetto di Trieste, Pietro Signoriello, ha spiegato che non si pensa a centri di grandissime dimensioni, per evitare situazioni di ingovernabilità, ma piuttosto ad una struttura che possa adempiere alle prime esigenze di soccorso, assistenza ed identificazione delle persone che arrivano, prima di una destinazione di accoglienza più definitiva.
Il prefetto ha precisato che questo significherebbe equiparare il Friuli-Venezia Giulia ai luoghi di sbarco. Nel frattempo, a Trieste continua a perdurare la difficile situazione nel Silos vicino alla stazione, occupato da mesi, con situazioni di illegalità e pericolo per l'incolumità pubblica, compresa ovviamente quella degli occupanti abusivi che potrebbero ferirsi all'interno dell'edificio. Si profila quindi uno sgombero della struttura, ma per ora rimane il problema di individuare altre alternative dove collocare le persone presenti nel Silos.
Si pensa che all'interno possano esserci circa 150 persone, alcune di loro probabilmente hanno richiesto la protezione internazionale mentre altri sono solamente in transito. In questo momento però l'accoglienza pubblica regionale risulta satura, quindi si sta cercando di ottenere la disponibilità di impiego del centro di accoglienza straordinario di Campo Sacro, ma devono essere eseguiti lavori per garantire un'ospitalità maggiore, che potrebbero richiedere alcuni mesi.
Intanto l'ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà - Ufficio Rifugiati Onlus, con un comunicato ricorda che la legge prevede che i richiedenti asilo siano tenuti a manifestare la loro volontà di chiedere asilo il prima possibile dopo l’ingresso nel territorio nazionale. Per questa ragione, a Trieste così come in tutte le altre aree di confine e nelle maggiori aree urbane, si concentra un elevato numero di domande di asilo e di relative richieste di accoglienza. Ciò non comporta che tutti i richiedenti asilo devono rimanere nei luoghi di primo ingresso, ma lo Stato ha l’obbligo di recepire subito la loro domanda, fornire immediata accoglienza (anche temporanea) e provvedere alla redistribuzione delle presenze dalle aree di ingresso verso il resto del territorio nazionale nel minor tempo possibile.
Davide Fifaco