Per ora rimangono ancora aperte tutte le ipotesi nelle indagini sull’uomo senza vita ritrovato ieri, impiccato a un guardrail della superstrada di Trieste, poco dopo la galleria di Servola in direzione Muggia.
Il corpo era stato notato da alcuni addetti alla manutenzione ieri mattina: era impiccato, con i piedi e le mani legate e una benda sul viso. In tasca sono stati trovati dei fogli scritti in italiano e in un lingua mediorientale.
Secondo i primi rilievi il decesso risale a due o tre giorni fa e, contrariamente a quanto ipotizzato in un primo tempo, non ci sarebbero segni di tortura, ma solo delle cicatrici sulla testa che potrebbero anche essere dovute all’esposizione del corpo.
Gli inquirenti non escludono nulla, dal suicido al regolamento di conti fra organizzazioni criminali, ma per ora la notizia di reato rimane ritrovamento di cadavere.
Rimane da vedere anche come, ed eventualmente con chi, l’uomo, probabilmente un cittadino iraniano in città da qualche mese, sia arrivato al parapetto della superstrada, un percorso non aperto al pubblico, e perché sia stato, o si sia impiccato.
Le circostanze non farebbero pensare a un suicidio ma nemmeno lo escluderebbero: le mani e i piedi potrebbero essere stati bloccati con il nastro adesivo dallo stesso uomo per assicurarsi che il suicidio riuscisse, ma la benda rimane difficilmente spiegabile in un’ipotesi di suicidio.
Se invece si trattasse di omicidio si aprirebbero una serie di scenari preoccupanti, perché le caratteristiche fanno pensare a un regolamento di conti, fatto in modo che il corpo potesse essere trovato.
Le modalità farebbero pensare non a organizzazioni mafiose italiane, che tendono a far sparire le vittime nel nulla, ma a bande che cercherebbero di marcare il territorio e di spaventare i concorrenti, o potrebbe anche essere una vendetta personale diretta esclusivamente contro la vittima, magari da soggetti che dopo l’omicidio hanno abbandonato l’Italia attraverso il vicino confine. Si tratta in ogni caso di scenari a cui la città non è assolutamente abituata e che fanno temere la presenza di bande organizzate.
Nelle prossime ore con l’autopsia, e soprattutto con l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, già avviate dai carabinieri, si potranno fare delle ipotesi più solide.
Di certo non c’è nemmeno l’identità della vittima, che le forze dell’ordine credono aver individuato ma per ora senza elementi certi, nemmeno sulla nazionalità, che potrebbe essere stabilita anche tramite esame dei fogli trovati nelle tasche dell’uomo, che, secondo quanto riportato dal Piccolo di Trieste, potrebbe anche essere uno dei senzatetto coinvolto in una rissa nel pressi della stazione dei treni lo scorso 10 settembre.
Alessandro Martegani