Dopo 3 mesi di positiva sperimentazione, i servizi di pattugliamento lungo il confine delle province di Trieste e Gorizia, sul versante italiano, e di Capodistria e Nova Gorica, su quello sloveno, saranno prorogati e ulteriormente potenziati. Lo scorso 24 ottobre, i responsabili delle Polizie di frontiera dei due Paesi si sono incontrati a Trieste e, sulla base degli incoraggianti riscontri emersi nel periodo di prova dal primo luglio scorso, hanno convenuto di rafforzare le attività di cooperazione per il contrasto all'immigrazione irregolare ed ai trafficanti di esseri umani che operano lungo la cosiddetta rotta balcanica. Come informa una nota della direzione generale della polizia slovena, le pattuglie miste verranno portate da quattro a otto. Sette saranno operative nel territorio coperto dalla direzione di polizia di Capodistria, una invece in quello gestito dalla direzione di polizia di Nova Gorica. I rappresentanti dei due paesi si sono inoltre impegnati per uno scambio di informazioni costante e dettagliato, con una pianificazione flessibile dei servizi di pattugliamento nelle aree dove si registrano più frequentemente passaggi clandestini della frontiera. Le attività verranno dispiegate nel quadro dell'Accordo fra i governi di Italia e Slovenia sulla cooperazione transfrontaliera di Polizia, firmato nel 2007.
Intanto il premier Marjan Šarec ha ricevuto i sindaci dei 16 comuni sloveni che confinano con la Croazia, i quali hanno promosso una serie di iniziative per arginare gli effetti negativi derivanti dai flussi migratori clandestini. Verrà costituito un gruppo di lavoro, incaricato di mettere a punto soluzioni volte a migliorare e rendere più sicura la vita quotidiana della popolazione nelle aree di confine. L'organismo, coordinato dal Ministro dell'Interno, Boštjan Poklukar, dovrebbe divenire operativo entro due settimane. Tra le misure il rafforzamento della presenza degli effettivi delle forze di polizia e dell'esercito lungo la frontiera con la Croazia.
Delio Dessardo