Contesti invivibili ed umanamente inaccettabili, sia per i detenuti che per il personale delle carceri di Udine e Tolmezzo.
Queste le valutazioni, molto dure, del presidente della camera Penale Friulana di Udine Raffaele Conte e del segretario di "Nessuno tocchi Caino", Sergio D'Elia, dopo una recente visita nelle due strutture del Friuli-Venezia Giulia.
Il carcere di Udine, con un valore "pari al 180%" è l'istituto di pena che registra il più elevato tasso di sovraffollamento tra gli 85 visitati da inizio anno dalle Ong umanitarie italiane.
Elisabetta Zamparutti, tesoriera dell'associazione "Nessuno tocchi Caino" ha raccontato che all'interno del carcere sono presenti 140 detenuti, su una capacità totale prevista e regolamentare di 86. Il piano terra risulta particolarmente degradato e necessiterebbe di una ristrutturazione. Oltretutto è la parte dove sono reclusi i soggetti più problematici, dal punto di vista del disordine mentale e psichico.
In questa struttura, di media sicurezza, spiega ancora la rappresentante della Ong, "quasi la metà dei detenuti ha pene sotto i 4 anni, che potrebbero consentire la concessione di misure alternative. Ma c'è una magistratura di sorveglianza molto restrittiva. Parlando con i detenuti definitivi nessuno ha detto di usufruire di permessi. Questo è un aspetto problematico".
Inoltre, su 140 detenuti solo 23 hanno un'occupazione, di breve durata e comunque all'interno della struttura. Inoltre, il personale è sotto organico. In particolare, gli educatori dovrebbero essere 4, ma c'è solo un effettivo ed un altro disponibile uno o due giorni alla settimana. Un'ottantina gli agenti, anche se ne sono previsti 115. "La condizione è per lo più di non legalità", conclude Zamparutti.
Nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, i problemi principali sono invece legati all'area sanitaria ed alla magistratura di sorveglianza. Anche Tolmezzo è comunque una struttura sovraffollata.
Davide Fifaco