In un quadro che vede un arretramento nel ranking di molti atenei italiani, l’Università di Trieste può sorridere, incassando una buona notizia proprio mentre sta celebrando il suo primo secolo di vita.
L’ateneo giuliano, infatti, figura fra le prime 500 università al mondo nella classifica redatta annualmente dal Center World University Rankings, in salita, nonostante un arretramento generale degli atenei italiani.
L’Università degli studi di Trieste è al 492 esimo posto nella classifica mondiale (che comprende le prime duemila università su un totale di più di 20 mila), ed è al 20 esimo fra gli atenei italiani. Un motivo di soddisfazione per l’Ateneo Giuliano anche se, dice il rettore Roberto Di Lenarda, non sempre le classifiche esprimono completamente il reale valore dell’attività svolta dalle università.
“Sicuramente – spiega - c'è soddisfazione, io però dico sempre che i ranking vanno valutati con attenzione, non devono diventare dei feticci. È chiaro che essere costantemente nelle zone più alte del ranking è segno che si sta lavorando bene. Non possiamo dimenticare che noi, a livello mondiale, ci confrontiamo con dei sistemi che hanno dei livelli di finanziamento neanche lontanamente paragonabili ai nostri e questo ci dà ulteriore soddisfazione perché con le risorse che abbiamo, che per fortuna in questi anni sono comunque cresciute, e lo riconosciamo, si riescono a ottenere dei risultati proporzionalmente molto superiori, per cui sicuramente è una è una soddisfazione”.
A livello globale l’ateneo con la miglior valutazione è quello di Harvard, seguito dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) e da Stanford. Il quinto e quarto posto, invece, sono occupati da Cambridge e Oxford, le uniche due università pubbliche nella parte alta della classifica, tutte americane le altre università della top ten. Migliorano le università asiatiche, spinte anche dagli ingenti investimenti pubblici in Cina, ma l'Europa rimane una potenza importante nella classifica, con 639 istituzioni tra le prime 2.000.
In classifica figurano 67 università italiane, guidate dalla Sapienza di Roma, ma in generale solo 16 atenei migliorano la propria performance rispetto allo scorso anno, mentre 51 perdono posizioni.
Alessandro Martegani