É stata una presentazione diversa della Barcolana quella che ha preceduto di poco meno di tre settimane la regata più famosa e partecipata al mondo.
La società Velica Barcola Grignano, che ha dato vita nel 1969 alla regata, ha infatti deciso di dare seguito a uno dei temi dell’edizione di quest’anno, la 55 esima, considerando tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle società veliche del golfo che partecipano all’organizzazione un unico equipaggio, la “Barcolana crew”.
Attorno a un tavolo si sono seduti presidenti e rappresentanti di circoli, che hanno raccontato la propria esperienza mettendo in luce come, pur declinata in maniera differente, la passione per la vela e per la Barcolana sia una sola, così come la voglia di contribuire alla riuscita della manifestazione.
“Lo dico da sempre, ma oggi è emerso in maniera straordinaria l’enormità di quello che sono il mondo della Vela e il movimento velico nel Friuli Venezia Giulia – ha detto Mitja Gialuz, presidente della Barcola Grignano -. Barcolana hanno tentato di copiarla in tutto il mondo, ma non ha attecchito da nessuna parte perché è nata e cresciuta a Trieste, perché qua c'è un rapporto straordinario con il mare, c'è una capacità unica dei circoli velici di trasmettere passione, di aggregare, di trasformare quella che è la voglia di andare per mare in condivisione e in un senso di comunità. Per questo - ha spiegato - quest'anno celebriamo l'equipaggio della Barcolana, la Barcolana crew, l’equipaggio più grande al mondo, in cui ciascuno ha un ruolo. Racconteremo delle storie di donne e uomini che hanno scritto delle pagine straordinarie nella storia della vela, partendo dalla Barcolana: una di queste sarà quella di ‘Vento fresco’, barca che ha vinto la Barcolana nel ’73, per poi partecipare alla Portofino a New York”
Negli interventi però, accanto alla soddisfazione per i risultati e le collaborazioni, sono state espresse anche delle preoccupazioni per la riforma dello sport in atto, che impatta sulle associazioni sportive dilettantistiche, e anche per la questione delle concessioni delle coste, che rischiano di costare molto care alle società veliche se non saranno riconosciute come enti diversi dagli impianti balneari. “Abbiamo detto – aggiunge Gialuz – che non si naviga sempre di poppa, ci sono momenti in cui si naviga di bolina: fuor di metafora, ci sono delle difficoltà che nascono dalla complessità che entra anche nel mondo dello sport, un mondo che forse ha bisogno di regole più semplici per favorire un volontariato che ha mutato pelle e per dare continuità. Oggi le risposte che ci ha dato il consigliere del ministero dello Sport Atelli sul tema delle concessioni sono incoraggianti, perché il tema degli impianti sportivi, anche sul mare, è al centro del dibattito ed è all'attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sicuramente se si fa squadra, si riescono a risolvere dei problemi e ha semplificare alcune procedure che sono sempre più complicate”.
Ora non rimane che attendere la partenza, fissata alle ore 10.30 dell’8 ottobre, sulla linea fra Barcola e Miramare, ma prima del colpo di cannone più atteso dell’anno, a Trieste ci saranno due settimane di attività culturali, gare, incontri e occasioni di divertimento, con un’attenzione a temi come l’inclusione, la parità uomo donna, e un occhio alle nuove tendenze come le imbarcazioni foil e il parasailing.
Alessandro Martegani