Foto: MMC RTV SLO
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Il governo Meloni sta mettendo a punto un piano per la difesa in seguito al progetto ReArm Europe proposto da Ursula von der Leyen, ed accolto dai leader europei, durante l'ultimo Consiglio straordinario.

Sostanzialmente l'Italia dovrebbe addestrare tra i 30 e i 40 militari in più, ordinari, non riservisti ed aumentare di un terzo la capacità difensiva, arrivando alla soglia di 135mila soldati. I militari aggiuntivi dovrebbero essere pronti nel giro di qualche anno: si parla di un lasso di tempo tra i cinque e gli otto anni.

La premier italiana è però alle prese con le spaccature nella sua maggioranza proprio sul piano da 800 miliardi proposto da von der Leyen, ed in vista del prossimo Consiglio europeo del 20-21 marzo, la maggioranza dovrà trovare un accordo sulla risoluzione da votare in Parlamento. Al momento le posizioni sulla difesa del riarmo sembrano molto distanti, con Tajani che continua a spingere per restare legati al blocco europeo e Salvini che invece si dichiara contrario al piano ReArm Europe.

Inoltre, l'Italia parteciperà al vertice di martedì 11 marzo, annunciato giovedì da Zelensky, convocato tra i cosiddetti "volenterosi", la coalizione di Paesi che intendono inviare soldati in Ucraina a pace raggiunta. L'Italia, come è stato chiarito venerdì, parteciperà alla riunione, ma non come membro della coalizione, da semplice osservatrice.

Su questo punto Meloni era stata chiara al Consiglio Ue di giovedì scorso: l'Italia non manderà militari a Kiev.

Davide Fifaco