Lo scorso febbraio la due volte campionessa olimpica di 31 anni, Brittney Griner, era stata arrestata all'aeroporto di Mosca dopo che nel suo bagaglio era stato trovato meno di un grammo di olio di cannabis. Griner si era dichiarata colpevole, affermando di aver inavvertitamente portato la sostanza in Russia e rifiutando quindi l'accusa di traffico di stupefacenti. "Ho commesso un errore in buonafede, in un momento di fretta e stress, non avevo intenzione di infrangere la legge", ha detto la campionessa al tribunale di Khimki, nella periferia di Mosca.
Secondo l'accusa però la cestista avrebbe nascosto deliberatamente l'olio di cannabis nel bagaglio: "Alla dogana, arrivando in Russia, aveva deliberatamente affermato di non avere nulla da dichiarare, per nascondere il possesso della sostanza proibita", ha detto il procuratore, Nikolai Vlasenko, chiedendo una pena poco superiore ai 9 anni di prigione. I legali della donna hanno annunciato che faranno appello contro la sentenza, affermando che "Brittney sta molto male".
Già dall'inizio il caso della cestista americana sta causando ulteriori tensioni tra Washington e Mosca. Secondo il presidente statunitense, Joe Biden, Mosca "tiene in carcere Griner erroneamente. La condanna è inaccettabile", ha detto, facendo appello alla Russia di "rilasciarla immediatamente". Il segretario di Stato, Anthony Blinken, ha accusato Mosca di "usare le persone come pedine politiche" e cercherà di discutere a riguardo direttamente con l'omologo russo, Sergey Lavrov. La Casa Bianca ha intanto esortato il Cremlino di accettare la proposta di scambio dei prigionieri che riporterebbe a casa Griner, come anche l'ex militare Paul Whelan. Gli Usa hanno offerto in cambio il trafficante d'armi russo, Viktor Bout.
E. P.