Il gabinetto di sicurezza israeliano ha ampliato quindi gli obiettivi della guerra a Gaza includendo il ritorno delle comunità israeliane nel nord del Paese, lungo il confine con il Libano. "Israele continuerà a prendere misure attive per realizzare questo obiettivo", ha affermato l'ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu. La decisione, ha precisato, è stata approvata durante una riunione notturna. Secondo il ministro della Difesa, Yoav Gallant, comunque, affinché il ritorno della comunità sia sicuro, è però necessaria un'azione militare.
Scontri tra l'esercito di Tel Aviv e il movimento Hezbollah, lo ricordiamo, sono all'ordine del giorno, infatti, già dallo scorso 7 ottobre, quando è scoppiata la guerra a Gaza, vengono però limitati alle zone adiacenti al confine tra Libano e Israele. Restano comunque forti i timori di un'eventuale escalation delle tensioni e di un allargamento del conflitto anche in Libano.
Il leader di Hamas, Yahya Sinwar, ha intanto dichiarato che il movimento islamico palestinese è pronto per una guerra di logoramento a lungo termine contro Israele "che spezzerà la volontà politica del nemico". Al contempo Sinwar si è congratulato con i ribelli yemeniti Houthi per il lancio di razzi di domenica contro la parte centrale di Israele.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è intanto tornato di nuovo in visita nella regione per parlare con i rappresentanti delle autorità egiziane di trattative per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia. I negoziati, mediati appunto da Egitto, Stati Uniti e Qatar, sono attualmente in stallo, secondo il Ministero degli Esteri americano però Washington si sta ora impegnando a trovare nuove proposte da presentare alle due parti.
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