Foto: Reuters
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La Cina, dopo tre anni di isolamento, ha deciso di eliminare la quarantena obbligatoria per i cittadini stranieri in arrivo dall’estero, entrando così in una nuova fase di gestione del Covid, proprio nel periodo in cui sta affrontando la peggiore ondata di contagi dall’inizio della pandemia. “Oggi il virus è debole, noi siamo più forti” ha scritto un’agenzia di stampa statale cinese, facendo riferimento alle ripetute dichiarazioni dei massimi funzionari statali che evidenziano il picco di contagi in tutto il Paese, minimizzando però la minaccia rappresentata dalla malattia. Dichiarazioni in netto contrasto con le norme rigorose degli scorsi anni che includevano quarantene e blocchi.

Secondo i dati ufficiali, la Cina ha riportato poco più di cinquemila decessi correlati al Covid, uno dei più bassi tassi di mortalità per infezione al mondo, ma come riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità, la Cina sta “sottostimando l’entità dell’epidemia, quest’anno più di un milione di persone nel Paese potrebbero morire a causa del Covid”. L’aumento esponenziale dei casi coincide con le migrazioni del Capodanno cinese, che a partire dal 22 gennaio durerà quaranta lunghi giorni. Sarà la prima volta dopo tre anni che non ci saranno restrizioni sugli spostamenti, elevando così il rischio di nuovi focolai nel resto del Paese.

A riguardo il gruppo britannico di dati sanitari Airfinity ha stimato che dal primo dicembre 2022 ci siano state 35 milioni di infezioni in Cina; inoltre, la provincia più popolosa della Cina, Henan, ha quasi il 90% dei suoi residenti contagiati dal Covid. In base a questa percentuale, riportata da un funzionario sanitario locale, circa 88,5 milioni di persone sui quasi 100 milioni di abitanti della provincia hanno già contratto il virus.

B.Ž.