Continuano le pressioni internazionali per una tregua tra Israele e palestinesi. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ringraziato il presidente americano, Joe Biden, per l'appoggio "al diritto di Israele all'autodifesa", al termine di una consultazione al Ministero della Sicurezza ha però affermato di essere determinato ad andare avanti con l'operazione a Gaza fino al raggiungimento del suo obiettivo: "riportare pace e sicurezza" ai cittadini di Israele. Il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha parlato con il ministro degli Esteri, Gabi Ashkenazi, discutendo "degli sforzi per mettere fine alla violenza".
Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, intanto è giunto in Israele per una visita "di solidarietà". La Germania, infatti, riconosce il diritto di Israele a "difendersi contro questi attacchi inaccettabili" ed è convinta che israeliani e palestinesi possano convivere pacificamente gli uni accanto agli altri "soltanto nella soluzione a due stati. La sicurezza di Israele come quella degli ebrei in Germania per noi non è trattabile", ha aggiunto.
Intanto nella notte - secondo le forze di difesa israeliane - dalla Striscia di Gaza sono stati lanciati circa 80 missili e colpi di mortaio verso Israele. Dopo una lunga pausa, in mattinata il lancio di razzi è ripreso; nelle comunità attorno alla Striscia stanno risuonando le sirene d'allarme. Lo ha reso noto l'esercito israeliano. Al momento non si segnalano vittime.
Sempre nella notte - secondo un portavoce militare - l'aviazione israeliana ha continuato a colpire a Gaza "obiettivi terroristici" situati sotto terra assieme ad altre infrastrutture militari utilizzate da Hamas. Secondo quanto riporta il Jerusalem Post, diversi esponenti e sostenitori di Hamas sarebbero stati arrestati dalle forze israeliane.
E. P.